Il Movimento 5 stelle all’Ars non si lascia scappare niente in questo esordio di legislatura, con le politiche alle porte. Fa il suo mestiere di opposizione. La capogruppo Zafarana crede che il rinvio a mercoledì sia stato suggerito dall’assenza di una intesa sulle presidenze delle commissioni permanenti. Niente di nuovo oggi nel sole, viene da dire. Non è mai capitato in passato che la composizione degli organismi interni delle Commisssioni permanenti si realizzasse senza una sequenza di rinvii e tavoli di trattativa.
L’appuntamento parlamentare è una sorta di ultima spiaggia per i deputati. Poi non c’è proprio nulla. Non si tratta solo di conquistare una indennità, ma di avere un ruolo nell’attività parlamentare. I deputati regionali non possono permettersi di stare a guardare in questa occasione ed affidare ai capibastone la scelta degli organigramma, commissione per commissione.
Naturalmente i problemi devono essere affrontati soprattutto dalla maggioranza di centrodestra, che dispone però di un risicatissimo deputato in più. Ci sono anche i due deputati di Sicilia Futura che potrebbero dare una mano, come hanno fatto in occasione dell’elezione del Presidente dell’Ars, ma prima o poi anche per loro deve arrivare qualcosa. Le trasfusioni di sangue si pagano.
Questo per quanto riguarda il quadro politico, al fine di capire quel che succede e spiegare che il rinvio dellla composizione dell Commisssioni non è dovuto alle bizze di qualcuno. Ma c’è dell’altro, e riguarda il regolamento interno dell’Ars che fissa alcuni paletti per l’elezione dei componenti delle Commissioni, all’interno delle quali deve poi svolgersi l’elezione dell’ufficio di presidenza. E’ un meccanismo farraginoso. Nelle Commissioni, stando al galateo ostituzionale, dovrebbero essere rappresentanti tutti i gruppi parlamentarri, almeno i più affollati. Quest’ultimo adempimento, dunque, l’uffico di presidenza delle Commissioni permanenti, sarà affrontato secondo i rapporti di forza che si stabiliscono nelle commissioni. Perché la maggioranza conquisti l’Ufficio di Presidenza, per intero o parzialmente, deve avere i numeri in ogni commisssione.
Più facile a dirsi che a farsi.
Il regolamento interno prevede modalità di voto assai complicate, che affidiamo alla vostra diligenza ai fini della loro comprensione. Le regole sono fissate da due articoli, 26 e 27.
Art. 26 Salvo quanto previsto nell’articolo 62 bis, per la nomina di tutte le commissioni, la cui elezione spetta all’Assemblea, ciascun deputato vota per due terzi dei membri da eleggersi. Le frazioni della unità sono computate come unità intera se superiori ad un mezzo; non sono computate in caso contrario.
La stessa regola si segue nelle elezioni suppletive, in quanto ciò sia possibile.
Si intendono nominati i deputati che, a primo scrutinio, ottengano maggior numero di voti. A parità di voti si applica l’ultimo comma dell’articolo
Quando si debbano nominare soltanto uno o due membri, la nomina è deferita al Presidente dell’Assemblea, il quale deve tenere conto del Gruppo parlamentare cui appartengono i deputati da sostituirsi.
Art. 27 Le commissioni di inchiesta sono nominate dal Presidente dell’Assemblea, su designazione dei Gruppi parlamentari, in ragione di un componente per ogni Gruppo.
Pensate ancora che sia semplice arrivare preparati a questo appuntamento? Altra domanda: non credete che quei venti deputati regionali del M5S possano rompere le uova nel paniere alla maggioranza?













