I cognomi come brand: Penna, Galvagno, La Mantia, Milici

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da Francesco Miranda

PENNA

(come Leonardo (Aldo) Salvatore Penna, deputato nazionale del M5S)

Penna può derivare da soprannome dato ai capostipiti e originato da vari toponimi sparsi in tutta Italia (Penna in Teverina, monte Penna, Penna San Giovanni, Alpi Pennine, Appennini, ecc.), tutti contenenti la radice “penna” intesa come “vetta rocciosa aguzza”, e indicanti luoghi di provenienza. Non è escluso, inoltre, che si tratti di soprannome legato all’ attività del capostipite (scrivano, pittore, materassaio, ecc.). Penna è molto diffuso in Piemonte (zone Asti, Torino, Cuneo), Campania (zona Napoli, Avellino, Benevento), Lombardia (zone Milano, Brescia, Mantova), Lazio (Roma), e presente in tutte le altre regioni italiane. In Sicilia è attestato soprattutto nel catanese (Catania, Giarre, Aci Catena, Misterbianco, ecc.), nel messinese (Messina, Naso, Leni), nel siracusano (Siracusa, Priolo Gargallo), nel palermitano (Palermo, Sciara), nel ragusano (Scicli, Santa Croce Camerina).

Riferimenti storici e personaggi. I Penna discendono da un antichissimo casato tedesco, gli Arcipreti, illustre sin dai tempi di Ottone I. Passarono in Gubbio con un presbiterio, padre del conte Berno e avo di Orso, ricordati in un documento del 1029, e poi a Perugia. Qui, nel XV secolo, un Agamennone Arcipreti sposò una nobildonna della famiglia Orsini, che gli portò in dote il castello di Penna: per esso i suoi discendenti aggiunsero al cognome Arcipreti la specificazione “Della Penna”. LEONARDO (ALDO) SALVATORE PENNA (Calatafimi – Segesta 1/11/1956), politico, deputato nazionale, eletto nella XVIII legislatura nella lista M5S; laureato in scienze politiche presso l’Università di Palermo, collabora con diverse testate giornalistiche ed è autore di alcuni romanzi: “La verità è nell’ombra, 2005; “Il silenzio imperfetto”, con introduzione di Antonio Ingroia, 2010; “Il palazzo dei re”, 2014. Da anni impegnato in politica, con un passato socialista, da radicale animatore di numerosi comitati per il verde, nelle ultime elezioni comunali di Palermo, era stato designato dal candidato sindaco grillino Ugo Forello, all’assessorato ai Parchi e al Verde. GIOVANNI PENNA (Asti 25/6/1855 – Roma 25/1/1941), imprenditore, dirigente d’azienda e politico: fu senatore del Regno d’Italia nella XXX legislatura (1939/1941), commendatore e ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia, cavaliere del lavoro. SANDRO PENNA (Perugia 12/6/1906 – Roma 21/1/1977), poeta italiano, appartato e atipico rispetto alle linee dominanti della poesia del ‘900; la sua poesia è popolata di figure di ragazzi, ritratti nella grazia inquieta dell’adolescenza; egli canta i luoghi di Roma (le strade e le piazze, le sale buie dei cinematografi, i bei panorami della periferia, ecc.) dove trascorse gran parte della sua vita svolgendo lavori saltuari. FRANCESCO PENNA (Napoli 9/4/1865 – Milano 18/9/1927), scultore e pittore autodidatta. Formatosi a Napoli, a Roma e a Milano eseguì monumenti funebri, ritratti e piccole opere decorative d’ispirazione classica. A 18 anni ottenne la medaglia d’oro all’Esposizione Internazionale d’Arte di New Orleans, con “L’Orfanello”. Sue opere si trovano a Milano (Ambrosiana, Cimitero Monumentale), a Roma (Palazzo del Senato), in musei e gallerie private di altre città italiane ed estere.

GALVAGNO

(come Gaetano Galvagno, parlamentare regionale di “Fratelli d’Italia”

Il cognome Galvagno deriva probabilmente dal nome medioevale italiano Galvanus, che è italianizzazione di Gawain, personaggio del ciclo arturiano, uno dei più valorosi cavalieri della Tavola Rotonda, nipote di re Artù. É probabilmente legato a Gwalchmei (nome portato dall’eroe gallese Gwalchmai Gwalltafwyn) e, attraverso una serie di passaggi (fra cui il francese arcaico Galvaing), arriva all’italiano Galvano, con il significato di “buon falco della battaglia”. Nel Messinese esiste una località con questo nome, che deriva dal nome proprio “Galvano”. Galvagno è diffuso in 171 comuni della penisola, Sicilia, Piemonte, Lombardia, Liguria, Lazio, Toscana, Sardegna, Trentino, Marche, ecc. In Sicilia è presente nel catanese (Biancavilla, Bronte, Catania, Maletto, Adrano, ecc.), nel messinese (Messina, Ficarra, Sinagra, ecc.), nel palermitano (Palermo, Bagheria), nel siracusano (Lentini, Carlentini, Siracusa), nell’ennese (Centuripe, Cerami, Regalbuto, Enna).

Riferimenti storici e personaggi Tracce di questa cognomizzazione si trovano a Belmonte (PA) nel 1234, con un Galvanus e nel 1402 con un Galvagnus de Angelo. GIOVANNI FILIPPO GALVAGNO (Torino 22/8/1801 – ivi 27/3/1874) – avvocato e politico italiano; deputato del Regno d Sardegna per cinque legislature (I-III-IV-V-VI), fu senatore dal 1860 al 1874 e più volte ministro del Regno di Sardegna (Ministro dell’Interno, dell’Agricoltura e Commercio, dei Lavori Pubblici, di Grazia e Giustizia); fu sindaco di Torino. MICHELE (ELIO) GALVAGNO (Centuripe 18/5/1954) – deputato regionale nella XIV e XV legislatura eletto nella lista PD. All’ARS è stato componente della Commissione I – Affari Costituzionali (XIV Legislatura) e vice presidente della Commissione II – Bilancio e Programmazione – (XV Legislatura). Sindaco del comune di Centuripe dal 1978 al 1990 e presidente della Provincia Regionale di Enna negli anni dal 1994 al 2003. E’ sindaco in carica del comune di Centuripe, eletto nelle elezioni amministrative del 2015.

GAETANO GALVAGNO (Paternò 15/2/1985), deputato regionale, eletto nella lista che ha riunito leghisti e “Fratelli d’Italia” a sostegno del presidente Musumeci; iscritto al gruppo “Fratelli d’Italia”, è vicepresidente della Commissione II – Bilancio. Laureato in Economia e Commercio presso l’Università di Catania, ha iniziato giovanissimo la sua esperienza politica con un impegno diretto nel mondo giovanile e territoriale attraverso la realizzazione di iniziative universitarie, benefiche e la promozione di eventi legati all’imprenditoria giovanile. Coordinatore regionale dei giovani dell’MPA ai tempi di Raffaele Lombardo ha partecipato al Seminario di Formazione Politica del MPA tenuto a Catania nel marzo 2012.

LA MANTIA

(come Filippo La Mantia, chef di capi di Stato e rock star)

La Mantia, cognome decisamente siciliano, deriva con molta probabilità dal toponimo calabrese “Amantea”, comune in provincia di Cosenza (in dialetto locale ‘A Mantia” o “la Mantia”), oppure dall’antica città illirica (albanese) di Amantia che, occupata dai turchi nel XVI secolo, venne abbandonata dagli abitanti cristiani che si trasferirono in Sicilia. La variante Lamantia, cognome anch’esso siciliano, è probabilmente dovuto ad errore di trascrizione del precedente. Il cognome è largamente diffuso in Sicilia, soprattutto nel palermitano (Palermo, Monreale, Bagheria, Carini, Termini Imerese, ecc.), nel catanese (Catania, Caltagirone, Aci Sant’Antonio, ecc.), nell’agrigentino (Canicattì, Agrigento, Realmonte, ecc.) nel nisseno (Gela, Riesi, Serradifalco, ecc.), nell’ennese (Nissoria, Valguarnera Caropepe, Calascibetta, ecc.), nel trapanese (Marsala, Trapani, Campobello di Mazara, ecc.); è presente, qua e là in molte regioni italiane (Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Calabria, ecc.)

Riferimenti storici e personaggi. La Mantia fu antica e nobile famiglia di Sicilia: un Pietro ottenne il 20 marzo 1809, investitura della baronia dell’Officio di Portulanotto e Dritto di Mezzograno, sopra il tratto del porto di Girgenti (cfr. Heraldrys Istitute of Rome). FILIPPO LA MANTIA (Palermo, classe 1960), chef. Passato da fotomodello a cuoco, gestisce a Roma “La Trattoria”, uno dei ristoranti più famosi della capitale; ha un ristorante di successo a Milano, è ambasciatore del Welfare Program, cucina per capi di Stato e rock star. E’ stato giudice del talent culinario di La5 “The Chef” e consulente per il Resort Losari Coffee Plantation, a Giava, in Indonesia. E’ noto per aver ripreso in versione più light e fresca, la cucina tradizionale siciliana, da cui ha bandito aglio e cipolla, sughi grassi e soffritti in generale, proponendo, invece, il pesto alla siciliana e le caponatine. Nel dicembre scorso ha curato la cena di Gala in occasione dell’apertura della stagione lirica alla Scala di Milano. VITO LA MANTIA (Cerda 6/11/1822 – Palermo 16/6/1904), giurista e magistrato palermitano, fu illustratore del diritto siciliano; le sue opere maggiori sono la “Storia della legislazione civile e criminale in Sicilia dall’epoca antica fino alla conquista normanna” e la “Storia della legislazione civile e criminale di Sicilia comparata con le leggi italiane e straniere”. FRANCESCO LA MANTIA (Palermo 10/1/1985), attore e cantautore; per la TV nel 2008 è stato interprete nel “Commissario Montalbano” di Sironi. Dal 2007 ha lavorato in diversi cortometraggi. Nel 2012 ha partecipato in qualità di cantautore, con il brano “Impronte divine”, alla settima edizione del festival Nuova Musica Italiana, vincendo il premio della giuria presieduta da Mogol. Nel 2013 fu protagonista nel film prodotto per la RAI “I ragazzi di Pippo Fava”, per la regia di Franza di Rosa.

MILICI

(come Riccardo Milici, docente universitario di medicina fisica e riabilitazione)

Il cognome Milici è tipicamente siciliano: è diffuso soprattutto nel messinese (Novara di Sicilia, Barcellona Pozzo di Gotto, Montagnareale, Patti, Gioiosa Marea, ecc.), nel catanese (Catania, Paternò, Misterbianco, Adrano, ecc.), nell’agrigentino (Menfi, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita di Belice, ecc.), nel palermitano (Palermo, Belmonte Mezzagno, Bagheria, ecc.), nel trapanese (Marsala, Gibellina, ecc.), nell’ennese (Regalbuto, Nicosia). Famiglie Milici sono attestate (in numero più o meno rilevante) anche nelle altre regioni italiane: Lombardia, Lazio, Piemonte, Liguria, Toscana, Puglia, Calabria, Veneto, ecc.. Il cognome deriva probabilmente dal toponimo “Milici”, nucleo urbano che, insieme a Rodì forma il comune di Rodì Milici, compreso nella città metropolitana di Messina, nome di località che, secondo alcuni storici, sarebbe composto dai termini greci “rhodìa” (roseto) e “melikos” (meleto). Altri ritengono che Milici derivi dal termine greco “milici” (macine) e sarebbe riferibile, pertanto, all’attività di mugnaio esercitata dal capostipite.

Riferimenti storici e personaggi. RICCARDO MILICI (43 anni, Catania) docente di medicina fisica e riabilitazione nell’Università degli Studi di Catania, Facoltà di medicina e chirurgia. Si è formato negli USA dove ha perfezionato le sue competenze nelle più moderne tecnologie; al Jackos Memorial Hospital di Miami, in Florida; si è specializzato in chirurgia delle ernie della colonna, in medicina robotica neuro riabilitativa e, per l’approccio alla fisio-riabilitazione sportiva; si è qualificato nell’uso di apparecchiature elettroniche di nuova concezione. Recentemente è stato nominato dalla Repubblica Democratica del Congo consulente in educazione, scienze e tecnologie per la promozione e lo sviluppo del paese. Al Summervil Dermatologist di Las Vegas ha sperimentato la possibilità di curare patologie croniche con nuovi stimolatori ad alta potenza e si è perfezionato nella prevenzione del rischio in ambiente sanitario. A Catania ha un famoso poliambulatorio dotato dei macchinari conosciuti ed importati dall’America e si reca spesso a Miami dove esercita ancora la sua attività. Fa parte del programma di prevenzione TRICARE Support Service Team International Sos come top provider in riabilitazione, che vanta la partnership con la United States naval hospital di Sigonella. GIUSEPPE MILICI (Palermo 22/11/1964), armonicista e compositore, dal 1983 lavora per trasmissioni televisive: “Serata d’onore”, “Fantastico”, “Uno su cento”, “Il numero uno”, tre edizioni del “Festival di Sanremo”, “Un Natale italiano”, “Novecento”, “Taratatta”, “I fatti vostri”. Nel 1990 entra a far parte dell’Orchestra Europea diretta dal M° James Newton e si esibisce in un concerto trasmesso in diretta europea. Esegue le musiche di vari film e fiction, compone la colonna sonora del film “La Terramadre” di Nello La Marca, presentato al Festival del Cinema di Berlino. Dal 2008 si esibisce inoltre in USA, in vari paesi europei, in Australia, Marocco, Argentina, Sudafrica.

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