“Fu la Procura di Caltanissetta che io guidavo ad occuparsi per prima dell’indagine sulla trattativa tra Stato e mafia. Era stato un filone esplorato dal mio ufficio, poi anche la Procura di Palermo si era accodata, pur con una iniziale diversità di valutazione, che ci ha visto contrapposti ad esempio sulla credibilità di Massimo Ciancimino”. Lo ha detto il Procuratore generale di Caltanissetta Sergio Lari intervenendo a un seminario sulla lotta a Cosa nostra a 25 anni dalle stragi.
“La mia Procura aveva formulato un giudizio di inattendibilità su Ciancimino già nel 2010 iscrivendolo nel registro degli indagati per calunnia – racconta Lari – Disse che Borsellino era stato ucciso perché il ‘mitico’ signor’ Carlo Franco, indicato come uomo dei servizi deviati, avrebbe detto a suo padre che Borsellino sarebbe stato ucciso perché si sarebbe opposto alla trattativa”.
“Massimo Ciancimino riconobbe varie persone come il signor Carlo Franco fino quando non arrivò ad accusare Gianni De Gennaro, uno dei più stretti collaboratori di Giovanni Falcone – racconta ancora Sergio Lari – E tutte le dichiarazioni di Ciancimino si rivelarono false. A distanza di pochi mesi, lo stesso produsse un documento artatamente modificato, tanto è vero che anche Palermo lo arrestò per calunnia”. (Ter/AdnKronos)