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Stupor mundi, ecco il primo tg in lingua siciliana
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01 ottobre 2011 22:04
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www.siciliainformazioni.com

Da oggi, ogni sabato, Siciliainformazioni pubblicherà “Stupor Mundi”, settimanale di informazione in lingua siciliana che si rivolge ai siciliani residenti in Sicilia e nel mondo e che riassume brevemente alcuni dei fatti più importanti della settimana.

 

“Stupor Mundi” nasce con l’obiettivo di diffondere l'uso della lingua siciliana, raccontando attraverso di essa le notizie nazionali ed internazionali. La lingua usata è quella letteraria, distinta dalle varie parlate locali; la stessa lingua che hanno usato Veneziano, Meli, Martoglio, Pirandello e che viene oggi usata dai poeti contemporanei; quella lingua figlia del primo volgare degno di essere chiamato lingua, usato alla corte di Federico II, detto proprio “Stupor Mundi”.

 

Per una corretta trascrizione dei termini, “Stupor Mundi” si avvale della consulenza di esperti che usano come riferimenti i dizionari del Mortillaro e del Pasqualino e, solo per quanto riguarda i nomi di persona e delle località siciliane, quello del Biundi. Per ogni edizione vengono redatte delle interessanti note linguistiche che spiegano alcune particolarità lessicali e grammaticali relative ai testi letti. 

 

 

STUPOR MUNDI – Settimanale di informazione in lingua siciliana 

Edizione del 30/09/2011 (notizie aggiornate alle ore 13,00 del 30/09/2011). Città e paesi di Sicilia citati nelle notizie: Lampedusa, Palermo, Niscemi, Zafferana Etnea.

 

Note linguistiche

Accanzari: ottenere, trarre profitto. Dallo spagnolo "alcanzar", del medesimo significato. La forma più antica in Siciliano è "alcanzari", attestata già nel 1650.

Arreri: "dietro" o "di nuovo". Avverbio che si riferisce a tempo antecedente o a luogo che sta a tergo. Francesismo (prov. "areire"; franc. "arrière").

Chiù: dal latino "plus", più. Il nesso originario latino -PL- in Siciliano acquisisce il suono della C dura [k] che viene rappresentato graficamente da -CH- (platea = chiazza; planta = chianta; plumbum = chiummu; etc.)

Videmma: prestito di epoca normanna dal francese antico "medesme". Il termine è usato, con le sue varianti "viremma", "midemma", "miremmi", "mirè", "vidè" ecc., in gran parte della Sicilia, con l'esclusione della parte nord-occidentale, dove si usa "puru", e orientale, dove viene usato "macari".

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Anonimo 13 novembre :06
L'utente ha risposto al commento anonimo del 13 novembre 2011. Visualizza »

Non mi pare proprio che sia quello della scn.wiki. Sono uno degli amministratori e noto tante differenze da quel tipo di siciliano: il locativo "n" apostrofato, le parole col prefisso italiano "in-" apostrofate, la mancanza di doppie (es. justizia), la "o" atona che dovrebbe diventare "u", ecc... A questo proposito mi propongo come revisore della scrittura. Sabbinirica.

 

Klone123

 Molto strano. Forse tra voi amministratori non vi conoscete...

Mi piacerebbe saperne di più. Magari ci possiamo sentire da qualche altra parte. La mia mail è

 

Tony Troja

Anonimo 25 ottobre :20
L'utente ha risposto al commento anonimo del 25 ottobre 2011. Visualizza »

 ficiru na puntata nova...Taliativilla!

Four score and seven minutes ago, I read a sweet article. Lol tahnks
Anonimo 15 ottobre :38

 ficiru na puntata nova...Taliativilla!

Anonimo 13 ottobre :21

simpatica iniziativa. spero anche che serva a dare un po' più senso civico alla gente.

 

(comunque vi consiglio di scaricare il dizionario di siciliano del Mortillaro da Google libri)

Anonimo 10 ottobre :44
L'utente ha risposto al commento anonimo del 10 ottobre 2011. Visualizza »

Ringrazio la redazione del tg Stupor Mundi per l'amore che dona ogni giorno alla nostra amata terra di Sicilia.Questo progetto coniuga bene il taglio della corretta informazione con l'uso della lingua Siciliana.Grazie .

 Una visita dall'otorino no, eh?

Anonimo 07 ottobre :04

Ringrazio la redazione del tg Stupor Mundi per l'amore che dona ogni giorno alla nostra amata terra di Sicilia.Questo progetto coniuga bene il taglio della corretta informazione con l'uso della lingua Siciliana.Grazie .

Anonimo 07 ottobre :47
L'utente ha risposto al commento anonimo del 07 ottobre 2011. Visualizza »

 Nun sai quantu sugnu cuntenti pi tìa...  chi arrìdiri!

Rida rida che mamma ha fatto gli gnocchi!

Anonimo 07 ottobre :42
L'utente ha risposto al commento anonimo del 07 ottobre 2011. Visualizza »

La mia strada l'ho scoperta quando mi sono messo a studiare l'inglese e il francese eme ne sono andato dalla sicilia. Il siciliano fa solo parte del mio bagaglio culturale, ma non mi sentirà mai parlare in siciliano

 Nun sai quantu sugnu cuntenti pi tìa...  chi arrìdiri!

Anonimo 07 ottobre :09
L'utente ha risposto al commento anonimo del 07 ottobre 2011. Visualizza »

Bravo. Lo vede che finalmente ha scoperto la Sua strada? Non è la linguistica: è l'aritmetica!

La mia strada l'ho scoperta quando mi sono messo a studiare l'inglese e il francese eme ne sono andato dalla sicilia. Il siciliano fa solo parte del mio bagaglio culturale, ma non mi sentirà mai parlare in siciliano

Anonimo 07 ottobre :29
L'utente ha risposto al commento anonimo del 07 ottobre 2011. Visualizza »

Bonu! Quattru e una Cincu!

Bravo. Lo vede che finalmente ha scoperto la Sua strada? Non è la linguistica: è l'aritmetica!

Anonimo 07 ottobre :19
L'utente ha risposto al commento anonimo del 07 ottobre 2011. Visualizza »

Bonu! Quattru e una Cincu!

tra le quattro c'è il siciliano!

Anonimo 07 ottobre :40
L'utente ha risposto al commento anonimo del 07 ottobre 2011. Visualizza »

infatti di lingue ne parlo 4! E le posso assicurare che gli italiani quando parlano lingue straniere non fanno ridere a nessuno, perchè per fortuna gente che vuole andare avanti in italia ce n'è ben più di quanto lei non pensi. Ma siamo costretti ad andare avanti da soli, perchè molti restano avvinghiti al loro provincialismo come nilla pizzi alla sua edera!

 

La saluto cordialmente

Bonu! Quattru e una Cincu!

Anonimo 06 ottobre :56
L'utente ha risposto al commento anonimo del 06 ottobre 2011. Visualizza »

 forsi 'un sapi ca chiù lingui si sannu e chossai veni facili nzignarisinni avutri. nnâ penisula italica (ca pi mia 'un è, e 'un ha' statu mai un paisi: i differenzi economichi ntra 'u nord e u sud ca ci su' n italia 'un esistinu a nudda avutra banna dû munnu, e chista 'un è na cosa ca capitò, ma fu na cosa studiata e organizzata) quasi nuddu s' 'a fida a parrari bonu 'u nglisi. quannu i taliani sunnu n europa e grapinu 'a vucca pi parrari 'u nglisi, 'a genti si futti di rìdiri. dû talianu (ca poi fussi 'u toscanu) è megghiu ca 'un nni parramu: mancu a firenzi parranu 'u talianu com'è giustu ca s'avissi a parrari, e chistu 'u sapi picchì? picchì cu stu discursu di eliminari tutti i differenzi linguistichi e culturali ca esistinu nnâ penisula taliana, ognedunu parra 'u talianu comu ci dici 'a so testa. s'accuminciassimu a rispittari i differenzi e ognedunu 'a propia lingua (certamenti 'un parru sulu dû sicilianu) forsi i picciriddi si nzignassiru a parrari (e a scriviri) megghiu 'u sicilianu, 'u nglisi e puru 'u talianu. 

p.s. oramai esisti l'europa, e nuatri comu siciliani ci semu dintra. è ura di finilla di pinsari ca 'u munnu finisci a milanu. chistu è 'u veru pruvincialismu ca nni sta ammazzannu.

firmatu:citatinu dû munnu.   

infatti di lingue ne parlo 4! E le posso assicurare che gli italiani quando parlano lingue straniere non fanno ridere a nessuno, perchè per fortuna gente che vuole andare avanti in italia ce n'è ben più di quanto lei non pensi. Ma siamo costretti ad andare avanti da soli, perchè molti restano avvinghiti al loro provincialismo come nilla pizzi alla sua edera!

 

La saluto cordialmente

Anonimo 06 ottobre :16
L'utente ha risposto al commento anonimo del 06 ottobre 2011. Visualizza »

Ho detto che conoscere e eventualmente parlare siciliano è sbagliato? Mi sembra proprio di no. 

E' invece tempo perso quando non si conosce altro.

Se una studentessa siciliana si iscrive nella lista degli extracomunitari che devono passare un esame di lingua italiana, perchè per lei essere extracomunitario vuol dire uno che abita in un altro comune rispetto a quello in cui si trova l'università, o se un altro studente sempre universitario che abita ad Agrigento non sa dov'è Mozia, anche se sono casi eccezionali non sto inventato frottole, a me poco importa se parlano bene siciliano come in realtà fanno. Sono ignoranti e basta! Sarebbe utilissimo se già parlassero e capissero bene l'italiano. L'italiano: lingua ufficiale del paese Italia!

Rendo l'idea del mio pensiero?

Se a me personalmente parlare siciliano, non piace, ne piace ascoltarlo, lo conosco di certo pero'. E non per questo mi sento meno siciliano di altri. La sicilia è la sua storia fanno parte di me e del mio modo di essere e di vedere le cose. Ma queste conoscenze mi piace farle evolvere verso qualcosa di nuovo, perchè una terra deve poter creare sempre qualcosa di nuovo senza avere paura di compararsi con il suo passato. 

Penso che studiare il siciliano è molto appassionante, fare dei programmi culturali, spettacoli, libri, musica in siciliano e soprattutto compararlo con altre lingue, mostrare come e perchè questa lingua è evoluta puo' essere estremamente affascinante; soprattutto fare comprendere tutto cio' a un pubblico di non siciliani sarebbe un modo eccellente per far conoscere meglio la Sicilia e i suoi tesori! Ma ascoltare tra di noi una caricatura di TG in siciliano, non serve proprio a nulla; tanto meglio farsi due risate con la Littizzetto.

 

 forsi 'un sapi ca chiù lingui si sannu e chossai veni facili nzignarisinni avutri. nnâ penisula italica (ca pi mia 'un è, e 'un ha' statu mai un paisi: i differenzi economichi ntra 'u nord e u sud ca ci su' n italia 'un esistinu a nudda avutra banna dû munnu, e chista 'un è na cosa ca capitò, ma fu na cosa studiata e organizzata) quasi nuddu s' 'a fida a parrari bonu 'u nglisi. quannu i taliani sunnu n europa e grapinu 'a vucca pi parrari 'u nglisi, 'a genti si futti di rìdiri. dû talianu (ca poi fussi 'u toscanu) è megghiu ca 'un nni parramu: mancu a firenzi parranu 'u talianu com'è giustu ca s'avissi a parrari, e chistu 'u sapi picchì? picchì cu stu discursu di eliminari tutti i differenzi linguistichi e culturali ca esistinu nnâ penisula taliana, ognedunu parra 'u talianu comu ci dici 'a so testa. s'accuminciassimu a rispittari i differenzi e ognedunu 'a propia lingua (certamenti 'un parru sulu dû sicilianu) forsi i picciriddi si nzignassiru a parrari (e a scriviri) megghiu 'u sicilianu, 'u nglisi e puru 'u talianu. 

p.s. oramai esisti l'europa, e nuatri comu siciliani ci semu dintra. è ura di finilla di pinsari ca 'u munnu finisci a milanu. chistu è 'u veru pruvincialismu ca nni sta ammazzannu.

firmatu:citatinu dû munnu.   

Anonimo 06 ottobre :00
L'utente ha risposto al commento anonimo del 06 ottobre 2011. Visualizza »

Ni sapemu picca di la Cina.

Pi esempiu 'un sapemu ca 'n-Cina tutti li minoranzi hannu ricanusciuta la so lingua pi lingua ufficiali. Pi sta ragiuni ci sunnu li pruvinci autònomi, di lu Tibet, Mongolia 'nterna, e l'àutri. Puru nta li cinisi, c'è na pruvincia autònoma chi parra na speci di cinisi diffirenti (Hui), mentri tutti l'àutri hannu lu so cinisi rigiunali o pruvinciali menzu ufficiali e menzu no. Pi esempiu c'è lu cinisi cantunisi, di lu Sud, e appoi c'è lu cinisi mandrinu, parratu di tutti comu lingua ufficiali. Iddi parranu ngrisi, quannu ci servi, ma parranu macari la so lingua rigiunali.

Cù' è ca si talìa lu so viddicu? Cca ci su cristiani chi sannu comu firrìa lu munnu, e sannu ca cu' perdi la propia lingua, perdi puru la propia alma. Si ju vaju 'n-Cina, vogghiu fari affari, e mi vogghiu spicciari, ci va parru ngrisi; si vogghiu travagghiari bonu cu iddi, mi studìu lu cinisi mandrinu. Ma si vogghiu tràsiri nta la cultura di na rigiuni, studìu tuttu, puru la lingua rigiunali. Sulu na dispirata pruvincialitati po fari pinsari ca parrari 'n-sicilianu è sbagghiatu. Chissu 'u po diri sulu unu c'un ha viaggiatu mai, o chi assai assai arrivau a Roma o a Milanu. Siddu giri nanticchia, la prima cosa ca fai è affruntàriti d'èssiriti affruntatu di la to Sicilia. A stu puntu, nna lu munnu globalizzatu, puru parrari talianu 'un servi a nenti.

Ho detto che conoscere e eventualmente parlare siciliano è sbagliato? Mi sembra proprio di no. 

E' invece tempo perso quando non si conosce altro.

Se una studentessa siciliana si iscrive nella lista degli extracomunitari che devono passare un esame di lingua italiana, perchè per lei essere extracomunitario vuol dire uno che abita in un altro comune rispetto a quello in cui si trova l'università, o se un altro studente sempre universitario che abita ad Agrigento non sa dov'è Mozia, anche se sono casi eccezionali non sto inventato frottole, a me poco importa se parlano bene siciliano come in realtà fanno. Sono ignoranti e basta! Sarebbe utilissimo se già parlassero e capissero bene l'italiano. L'italiano: lingua ufficiale del paese Italia!

Rendo l'idea del mio pensiero?

Se a me personalmente parlare siciliano, non piace, ne piace ascoltarlo, lo conosco di certo pero'. E non per questo mi sento meno siciliano di altri. La sicilia è la sua storia fanno parte di me e del mio modo di essere e di vedere le cose. Ma queste conoscenze mi piace farle evolvere verso qualcosa di nuovo, perchè una terra deve poter creare sempre qualcosa di nuovo senza avere paura di compararsi con il suo passato. 

Penso che studiare il siciliano è molto appassionante, fare dei programmi culturali, spettacoli, libri, musica in siciliano e soprattutto compararlo con altre lingue, mostrare come e perchè questa lingua è evoluta puo' essere estremamente affascinante; soprattutto fare comprendere tutto cio' a un pubblico di non siciliani sarebbe un modo eccellente per far conoscere meglio la Sicilia e i suoi tesori! Ma ascoltare tra di noi una caricatura di TG in siciliano, non serve proprio a nulla; tanto meglio farsi due risate con la Littizzetto.

 

Anonimo 06 ottobre :24
L'utente ha risposto al commento anonimo del 06 ottobre 2011. Visualizza »

Io dico che se è vero che i cinesi vogliono investire in sicilia (per spremere lo spremibile e portarsi a casa un sacco di soldi come hanno fatto a Prato), meglio sarebbe parlare l'inglese invece di farsi fottere parlando sicialiano!!

Ni sapemu picca di la Cina.

Pi esempiu 'un sapemu ca 'n-Cina tutti li minoranzi hannu ricanusciuta la so lingua pi lingua ufficiali. Pi sta ragiuni ci sunnu li pruvinci autònomi, di lu Tibet, Mongolia 'nterna, e l'àutri. Puru nta li cinisi, c'è na pruvincia autònoma chi parra na speci di cinisi diffirenti (Hui), mentri tutti l'àutri hannu lu so cinisi rigiunali o pruvinciali menzu ufficiali e menzu no. Pi esempiu c'è lu cinisi cantunisi, di lu Sud, e appoi c'è lu cinisi mandrinu, parratu di tutti comu lingua ufficiali. Iddi parranu ngrisi, quannu ci servi, ma parranu macari la so lingua rigiunali.

Cù' è ca si talìa lu so viddicu? Cca ci su cristiani chi sannu comu firrìa lu munnu, e sannu ca cu' perdi la propia lingua, perdi puru la propia alma. Si ju vaju 'n-Cina, vogghiu fari affari, e mi vogghiu spicciari, ci va parru ngrisi; si vogghiu travagghiari bonu cu iddi, mi studìu lu cinisi mandrinu. Ma si vogghiu tràsiri nta la cultura di na rigiuni, studìu tuttu, puru la lingua rigiunali. Sulu na dispirata pruvincialitati po fari pinsari ca parrari 'n-sicilianu è sbagghiatu. Chissu 'u po diri sulu unu c'un ha viaggiatu mai, o chi assai assai arrivau a Roma o a Milanu. Siddu giri nanticchia, la prima cosa ca fai è affruntàriti d'èssiriti affruntatu di la to Sicilia. A stu puntu, nna lu munnu globalizzatu, puru parrari talianu 'un servi a nenti.

Anonimo 06 ottobre :27
L'utente ha risposto al commento anonimo del 06 ottobre 2011. Visualizza »

 servi a sarvari 'a nostra lingua. e pi mia, comu a tanti avutri, ca parranu (e provanu a scriviri) n sicilianu, puru ca ci su' sbagli, etc, è 'u stissu un nicareddu, ma priziosissimu rialu. o forsi è propia veru ca: " 'un c'è peggiu surdu di chiddu ca 'un voli sèntiri", tu chi dici?

Io dico che se è vero che i cinesi vogliono investire in sicilia (per spremere lo spremibile e portarsi a casa un sacco di soldi come hanno fatto a Prato), meglio sarebbe parlare l'inglese invece di farsi fottere parlando sicialiano!!

Anonimo 06 ottobre :15
L'utente ha risposto al commento anonimo del 06 ottobre 2011. Visualizza »

E' inutile che svicola. Ammetta che il suo personale livore antisiciliano l'ha fatta infine scivolare, portandola a proferire un'espressione che starebbe benissimo in bocca ai più nazionalisti dei dittatori ("uso demagogico delle lingue delle minoranze", ripeto, ma ci pensa a quello che scrive?). E che magari non pensa. O che pensa solo se applicata alla Sicilia. E questa la sua contraddizione, che non vuole ammettere però. Per lei l'ONU fa bene quando tutela le "lingue delle minoranze", come la UE fa bene quando tutela le "lingue regionali", a condizione che siano "quelle degli altri".

Si possono e si devono tutelare il Frisone, il Gallese, l'Asturiano, il Sardo, il Sorabo, il Lappone, l'Occitano, il Corso, il Ladino, il Gallego, il Cornico, il Turco di Bulgaria e l'Aromuno di Grecia. Forse anche il Veneto, chissà, alla fine l'importante è che non si tuteli nulla che abbia sede in Sicilia, sia esso un dialetto del Galloitalico, come le parlate gallosicule, sia essa una lingua regionale, come il Siciliano, sia esso un dialetto di una vera e propria lingua nazionale alloglotta, come l'Arbereshe di Sicilia.

Insomma, l'importante è che non si parli di Sicilia come "qualcosa" a sé. In tutta 

Italia le lingue regionali hanno, di fatto, piena dignità nella TV, nel cinema, nella letteratura (pensi al romanesco, al napoletano,...) e non c'è niente di male. L'unico lembo d'Italia dove si deve parlare obbligatoriamente l'italiano standard è la Sicilia. Questo è il suo pensiero. E che differenza c'è con i dittatori citati? "Qui si parla italiano" è un motto dell'era fascista. Lei non è fascista? Sì, forse, ma solo nel senso che vuole un fascismo ad uso esclusivo dei siciliani, gli unici - secondo lei - cui sarebbe vietato usare la propria lingua madre.

E chista è l'ùrtima vota ca ti scrivu in italianu. Putemu cuntinuari a l'infinitu.

La prossima volta, in che dialetto ( e sottolineo: dialetto) mi paragonerà a Bokassa?

Anonimo 06 ottobre :34
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 p.s. e servi puru a tia. ca forsi sì sicilianu e mancu sai parrari 'a to lingua.  

La mia lingua, la nostra lingua, è l'italiano, non il siciliano. Trovo interessantissimo studiare il vero sicialiano, ma parlarlo e ascoltare l'ennesimo telegiornale in sicialiano non serve assolutamente a niente. Sarebbe più interessante un programma culturale in siciliano, non un tg. La Sicilia ha bisogno di ben altro!

Non nego affatto le nostre radici, ma oggi più che mai i sicialiani devono allargare i propri orizzonti, smetterla di guardarsi l'ombellico e darsi da fare per fare evolvere la Sicilia, invece di stare a trastullarsi pensando allo splendore che fu (stupor di che?) e che non è più! Altro che stupore, c'è da stupirsi piuttosto

Anonimo 06 ottobre :05
L'utente ha risposto al commento anonimo del 06 ottobre 2011. Visualizza »

Ma a cosa serve e a chi?

 p.s. e servi puru a tia. ca forsi sì sicilianu e mancu sai parrari 'a to lingua.  

Anonimo 06 ottobre :56
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Ma a cosa serve e a chi?

 servi a sarvari 'a nostra lingua. e pi mia, comu a tanti avutri, ca parranu (e provanu a scriviri) n sicilianu, puru ca ci su' sbagli, etc, è 'u stissu un nicareddu, ma priziosissimu rialu. o forsi è propia veru ca: " 'un c'è peggiu surdu di chiddu ca 'un voli sèntiri", tu chi dici?

Anonimo 06 ottobre :43

Ma a cosa serve e a chi?

Anonimo 06 ottobre :06
L'utente ha risposto al commento anonimo del 06 ottobre 2011. Visualizza »

In effetti, Lei ha perfettamente ragione. Con l'argomento trattato, Mussolini ed Hitler c'entrano quanto Gandhi. La prevengo: anche Pol Pot si dichiarerebbe probabilmente disinteressato alla questione.

E' inutile che svicola. Ammetta che il suo personale livore antisiciliano l'ha fatta infine scivolare, portandola a proferire un'espressione che starebbe benissimo in bocca ai più nazionalisti dei dittatori ("uso demagogico delle lingue delle minoranze", ripeto, ma ci pensa a quello che scrive?). E che magari non pensa. O che pensa solo se applicata alla Sicilia. E questa la sua contraddizione, che non vuole ammettere però. Per lei l'ONU fa bene quando tutela le "lingue delle minoranze", come la UE fa bene quando tutela le "lingue regionali", a condizione che siano "quelle degli altri".

Si possono e si devono tutelare il Frisone, il Gallese, l'Asturiano, il Sardo, il Sorabo, il Lappone, l'Occitano, il Corso, il Ladino, il Gallego, il Cornico, il Turco di Bulgaria e l'Aromuno di Grecia. Forse anche il Veneto, chissà, alla fine l'importante è che non si tuteli nulla che abbia sede in Sicilia, sia esso un dialetto del Galloitalico, come le parlate gallosicule, sia essa una lingua regionale, come il Siciliano, sia esso un dialetto di una vera e propria lingua nazionale alloglotta, come l'Arbereshe di Sicilia.

Insomma, l'importante è che non si parli di Sicilia come "qualcosa" a sé. In tutta 

Italia le lingue regionali hanno, di fatto, piena dignità nella TV, nel cinema, nella letteratura (pensi al romanesco, al napoletano,...) e non c'è niente di male. L'unico lembo d'Italia dove si deve parlare obbligatoriamente l'italiano standard è la Sicilia. Questo è il suo pensiero. E che differenza c'è con i dittatori citati? "Qui si parla italiano" è un motto dell'era fascista. Lei non è fascista? Sì, forse, ma solo nel senso che vuole un fascismo ad uso esclusivo dei siciliani, gli unici - secondo lei - cui sarebbe vietato usare la propria lingua madre.

E chista è l'ùrtima vota ca ti scrivu in italianu. Putemu cuntinuari a l'infinitu.

Anonimo 06 ottobre :23
L'utente ha risposto al commento anonimo del 06 ottobre 2011. Visualizza »

Vuol dire che mi sono sbagliato. "Utilizzo demagogico delle lingue delle minoranze" non è un'espressione nazi-fascista. Definiamola gandhiana. Poi i lettori si fanno un'idea.

In effetti, Lei ha perfettamente ragione. Con l'argomento trattato, Mussolini ed Hitler c'entrano quanto Gandhi. La prevengo: anche Pol Pot si dichiarerebbe probabilmente disinteressato alla questione.

Anonimo 06 ottobre :47
L'utente ha risposto al commento anonimo del 06 ottobre 2011. Visualizza »

 Citare ad mentulam Hitler e Mussolini, in effetti, è ancora più demagogico, se possibile.

Vuol dire che mi sono sbagliato. "Utilizzo demagogico delle lingue delle minoranze" non è un'espressione nazi-fascista. Definiamola gandhiana. Poi i lettori si fanno un'idea.

Anonimo 05 ottobre :37
L'utente ha risposto al commento anonimo del 05 ottobre 2011. Visualizza »

Semplicemente ridicolo. Peraltro dialetto mal pronunciato con il rischio che gli stessi siciliani non vi capiscano.

 Quoto

Anonimo 05 ottobre :48

 semplicemente grazie! pi tuttu l'amuri ca dimostrati pâ nostra terra e la so lingua. ci sarrannu sbagli, sarrà forsi 'n'anticchia antica la strata chi sciglistivu, ma iu vi sacciu diri sulu grazi. lassati perdiri sta genti ca parra parra e poi 'un fa mai nenti, si vidi ca a iddi ci piaci stari nnâ stu colonialismu culturali ed economicu dunni nni jccaru da 150 anni. a mia e a tanta avutra genti no. grazi, cû cori.    

Anonimo 05 ottobre :30

Semplicemente ridicolo. Peraltro dialetto mal pronunciato con il rischio che gli stessi siciliani non vi capiscano.

Anonimo 04 ottobre :11
L'utente ha risposto al commento anonimo del 04 ottobre 2011. Visualizza »

Utilizzo demagogico delle lingue delle minoranze??? Meglio che resta anonimo, va...Hitler o Mussolini sarebbero fieri di lei. E si studi bene la Carta Europea dei Diritti dell'Uomo. Poi ne riparliamo.

 Citare ad mentulam Hitler e Mussolini, in effetti, è ancora più demagogico, se possibile.

Anonimo 04 ottobre :48
L'utente ha risposto al commento anonimo del 04 ottobre 2011. Visualizza »

Forse perchè l'utilizzo demagogico dei problemi delle lingue delle minoranze e dei dialetti potrebbe avere infine una conclusione?

Utilizzo demagogico delle lingue delle minoranze??? Meglio che resta anonimo, va...Hitler o Mussolini sarebbero fieri di lei. E si studi bene la Carta Europea dei Diritti dell'Uomo. Poi ne riparliamo.

Anonimo 04 ottobre :20
L'utente ha risposto al commento anonimo del 04 ottobre 2011. Visualizza »

Innanzitutto, grazie per i complimenti.

Dato che ha espresso il desiderio di scambiare impressioni sul tema della lingua siciliana, pongo alla sua attenzione queste mie:

Concordo con lei sul fatto che bisogna in ogni caso ripartire dall’ortografia della lingua letteraria per, eventualmente, “renderla funzionale a una moderna fruibilità”.
Consideriamo però, a parte il fatto che funzionale tale ortografia lo è già abbastanza, che un lavoro del genere debba essere fatto da una commissione ufficialmente preposta a ciò dagli organismi istituzionali della Regione Siciliana, non certo da noi di Stupor Mundi (la cui esistenza, piuttosto, può essere da stimolo proprio affinché una commissione del genere venga effettivamente istituita). Nel frattempo continueremo a usare tale ortografia e non credo sia corretto definire "errori ortografici" tutti quei casi in cui le parole siano trascritte in sintonia con tale scelta ortografica (e con quanto scritto dai più importanti scrittori in lingua siciliana); piuttosto si può considerare tale scelta non condivisibile.

Per quanto riguarda le E e le O atone, siamo d’accordo che la tendenza del Siciliano è quella di trasformarle in I e U. Gli esempi che lei fa sono appropriati; su Stupor Mundi lei vedrà scritto lettu e littinu, jocu e jucatu (sul Mortillaro lei troverà litticeddu e non letticeddu, jucaturi e non jocaturi). Però vedrà, a seconda delle parole, anche qualche E ed O atona; infatti tale tendenza non è generalizzata e la lingua letteraria, tuttora, considera dialettale la trasformazione di E ed O atone in alcune parole (per sapere quali, basta consultare i dizionari a cui facciamo riferimento, oltre che leggere i testi della produzione letteraria) e quindi preferisce mantenere le E e le O. Giustamente lei ha osservato che tali dizionari considerano “voce bassa” la versione con O atona trasformata in U di alcune parole (ma, ripeto, non di tutte).

Termino con una riflessione: non dobbiamo scartare la possibilità (mi riferisco in vista di una standardizzazione ufficiale del Siciliano) di ritenere corrette due versioni ortografiche di uno stesso termine; non mi riferisco ai casi msopracitati ma in generale. Ciò non sarebbe uno scandalo. In Italiano esistono molte parole che possono scriversi in due diversi modi, entrambi considerati corretti (seppur, a volte, uno dei due in disuso); in Spagnolo, addirittura, esistono due forme, entrambe corrette, del congiuntivo. Per quale ragione ci dovremmo scandalizzare se ciò accadesse in Siciliano? Probabilmente, con il tempo - e in maniera del tutto naturale - una delle due versioni prenderebbe il sopravvento sull'altra. Il Pitrè si “divertiva” a scrivere, alcune volte persino nella stessa frase, due versioni diverse di una stessa parola proprio per sottolineare che entrambe le versioni fossero corrette. Con ciò, ovviamente, non voglio dire che quando sia possibile uniformare non lo si debba fare già in sede di standardizzazione.
Se non ha nulla in contrario, vorrei contattarla al suo indirizzo e-mail.
Un cordiale saluto.
Fonso Genchi

Con piacere dott. Genchi.

Le ribadisco il mio indirizzo

Cordiali saluti.

Anonimo 04 ottobre :10
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E perché no?

Forse perchè l'utilizzo demagogico dei problemi delle lingue delle minoranze e dei dialetti potrebbe avere infine una conclusione?

Anonimo 04 ottobre :19
L'utente ha risposto al commento anonimo del 04 ottobre 2011. Visualizza »

 No. Va insegnato a suola! E la Gazzatta UIfficiale della Regionne Siciliana deve uscire anche in gallo-Siculo e arbereshe!

E perché no?

Anonimo 04 ottobre :17
L'utente ha risposto al commento anonimo del 04 ottobre 2011. Visualizza »

Intanto complimenti per l'iniziativa. Sono d'accordo con il commento che segnala gli errori ortografici. L'iniziativa del dott. Genchi è certamente lodevole, tuttavia risente di una tara iniziale. Non si può semplicemente recuperare la lingua letteraria e la sua ortografia (si pensi al problema delle o chiuse e o aperte italiane e agli equivoci che esse hanno generato fino alla cosiddetta rima siciliana), ma bisogna ripartire da questa per renderla funzionale a una moderna fruibilità e uso. In questo senso credo più produttiva la sfida di una ortografia standard che possa essere pronunciata dalle diverse zone dell'isola. Per capirci: in italiano comprenderemo sempre il romagnolo che ci dice "le fassie" invece delle "fascie", benchè sia chiaro come la ortografia corretta sia "sc". Ancora, in italiano diremo "roza" e "rosa", ma sappiamo che la ortografia corretta è "rosa". Ancora noi siciliani diremo "Roma" con una bella o aperta per cui verremo presi in giro, mentre a Roma la pronunceranno chiusa: eppre entrambi scriveremo Roma.

Sulle vocali atone credo abbia ragione l'anonimo commentatore. Al di là di testi, la tendenza del siciliano è quella di far salire le o atone in u e le e atone in un suono indistinto tendente a i. Un piccolo lèttu diventa un littinu. Se pronunciate la parola littinu e chiedete a un romano di scriverla, questi la scriverà probabilmente lettinu perchè assimilerà il suono indistinto i a una e chiusa italiana. Se chidete la stessa cosa a un calabrese questi la scriverà probabilmente i, perchè come noi siciliani conoscono solamente 5 vocali. Insomma non è così semplice. Il fenomeno è molto più chiaro nelle o che salgono praticamente sempre in u (vedi la coniugazione del verbo jucari, iu jòcu, ma vuatri jucàti), benchè in antichità venissero scritte talvolta o. Proprio nei vocabolari che il dott. Genchi cita si ritrova la stessa parola nella forma con o atona e nella forma con u, con preferenza per la prima, e definenedo spesso spesso la seconda forma (quella con u) come voce bassa, a dimostrazione di un movimento tendenziale del siciliano che trasforma le o atone in u e le e atone in i indistinte. Ancora la i atona non mobile, cioè non derivante da e accentata conosce la pronuncia i e la pronuncia u: miluni e muluni, firriari e furriari, sfirniciarisi e sfurniciarisi. etc...

Il punto è dunque trovare delle invarianti prima a livello vocalico poi a livello di gruppi vocalici, consonantico - vocalici, e consonantici e riuscire a scriverli in un modo che sia pronunciabile foneticamente da tutti. Se è vero che ogni parola va presa singolarmente, l'assenza di invarianti non consente la standardizzazione di una lingua. L'impresa è trovare le inviarianti. Probabilemnte non sarà possibile in toto, ma in buona parte sì. Ha ragione però il dott. Genchi quando dice che la cosa migliore è scrivere e parlare siciliano, unico viatico per una rinascita moderna.

Poichè è un argomento che mi interessa sarei felice di scambiare osservazioni con chiunque sia interessato.

Grazie e ancora complimenti.

Innanzitutto, grazie per i complimenti.

Dato che ha espresso il desiderio di scambiare impressioni sul tema della lingua siciliana, pongo alla sua attenzione queste mie:

Concordo con lei sul fatto che bisogna in ogni caso ripartire dall’ortografia della lingua letteraria per, eventualmente, “renderla funzionale a una moderna fruibilità”.
Consideriamo però, a parte il fatto che funzionale tale ortografia lo è già abbastanza, che un lavoro del genere debba essere fatto da una commissione ufficialmente preposta a ciò dagli organismi istituzionali della Regione Siciliana, non certo da noi di Stupor Mundi (la cui esistenza, piuttosto, può essere da stimolo proprio affinché una commissione del genere venga effettivamente istituita). Nel frattempo continueremo a usare tale ortografia e non credo sia corretto definire "errori ortografici" tutti quei casi in cui le parole siano trascritte in sintonia con tale scelta ortografica (e con quanto scritto dai più importanti scrittori in lingua siciliana); piuttosto si può considerare tale scelta non condivisibile.

Per quanto riguarda le E e le O atone, siamo d’accordo che la tendenza del Siciliano è quella di trasformarle in I e U. Gli esempi che lei fa sono appropriati; su Stupor Mundi lei vedrà scritto lettu e littinu, jocu e jucatu (sul Mortillaro lei troverà litticeddu e non letticeddu, jucaturi e non jocaturi). Però vedrà, a seconda delle parole, anche qualche E ed O atona; infatti tale tendenza non è generalizzata e la lingua letteraria, tuttora, considera dialettale la trasformazione di E ed O atone in alcune parole (per sapere quali, basta consultare i dizionari a cui facciamo riferimento, oltre che leggere i testi della produzione letteraria) e quindi preferisce mantenere le E e le O. Giustamente lei ha osservato che tali dizionari considerano “voce bassa” la versione con O atona trasformata in U di alcune parole (ma, ripeto, non di tutte).

Termino con una riflessione: non dobbiamo scartare la possibilità (mi riferisco in vista di una standardizzazione ufficiale del Siciliano) di ritenere corrette due versioni ortografiche di uno stesso termine; non mi riferisco ai casi msopracitati ma in generale. Ciò non sarebbe uno scandalo. In Italiano esistono molte parole che possono scriversi in due diversi modi, entrambi considerati corretti (seppur, a volte, uno dei due in disuso); in Spagnolo, addirittura, esistono due forme, entrambe corrette, del congiuntivo. Per quale ragione ci dovremmo scandalizzare se ciò accadesse in Siciliano? Probabilmente, con il tempo - e in maniera del tutto naturale - una delle due versioni prenderebbe il sopravvento sull'altra. Il Pitrè si “divertiva” a scrivere, alcune volte persino nella stessa frase, due versioni diverse di una stessa parola proprio per sottolineare che entrambe le versioni fossero corrette. Con ciò, ovviamente, non voglio dire che quando sia possibile uniformare non lo si debba fare già in sede di standardizzazione.
Se non ha nulla in contrario, vorrei contattarla al suo indirizzo e-mail.
Un cordiale saluto.
Fonso Genchi

Anonimo 04 ottobre :24
L'utente ha risposto al commento anonimo del 04 ottobre 2011. Visualizza »

Ci sono due tipi di critiche. Quelle costruttive, che si complimentano per l'iniziativa e danno suggerimenti per fare meglio. E quelle distruttive che o hanno in odio l'iniziativa o semplicemente vorrebbero che fosse al 100 % come dicono loro. Credo che queste seconde non siano neanche da prendere in considerazione.

Io credo che sia un'iniziativa lodevole ed interessante, anche se ovviamente perfettibile. In fondo non si era mai fatto. Normale che insorgano tante osservazioni. Credo che nel complesso, per essere fatto da non professionisti del giornalismo, sia fatto molto bene.

Su wikipedia sì o no... stiamo attenti. Ancora un'ortografia del tutto standard del siciliano non esiste. Wikipedia è fonte autorevole, ma su alcune varianti, gli amministratori potrebbero anche porre in questione se abbiano fatto le scelte migliori per il siciliano, magari restando delle proprie convinzioni ed argomentandole e consigliandole, anziché atteggiarsi a papi scomunicanti.

Credo che dietro le scelte di questo TG ci siano riflessioni molto intelligenti.

Su questo, magari anche su questo giornale, si potrebbe aprire un confronto.

E' vero che esiste una tradizione letteraria del siciliano relativamente uniforme. Ma, non essendo lingua ufficiale dai primi del '500, vi sono molte varianti ancora pienamente accettabili dello stesso. Ci sono anche nell'italiano. Pensiamo che c'è chi scrive à anziché ha per il verbo avere.... Figuriamoci se non devono esserci anche in siciliano, lingua ridotta a dialetto per motivi politici.

Personalmente sono perché il siciliano, pur rispettando  per quanto possibile la tradizione scritta, si dia un'ortografia razionale e non derivata "dialettalmente" dall'italiano, un po' come ha fatto l'italiano rispetto al latino.

Per me non è opportuno scrivere haju anziché aju, per la prima persona del verbo avere, giacché la "h" in italiano è stata mantenuta dal latino unicamente per distinguere il verbo "ho" dalla congiunzione "o", ciò che in siciliano è impossibile. Se l'italiano l'ha fatta cadere da "habbiamo" e "havete", come si scriveva nel '600, possiamo farlo pure noi (ànnu, a un certo punto, che è l'unica che resterebbe, si potrebbe scrivere con l'accento). E pure sono contrario a scrivere la negazione "né" con l'accento, perché in siciliano non si può assolutamente confondere, come in italiano, con la corrispondente particella pronominale "ne" che in siciliano e "ni" e quindi non dà assolutamente possibilità di confusione.  Oppure segnare inutili "raddoppi di consonanti", che hanno senso solo per guidare un lettore di lingua italiana, e quindi solo per scrivere un "dialetto", ma che in siciliano non potrebbero comunque avere altra pronuncia (perché "justizzia", cari amici di Wiki, come si potrebbe mai leggere in Siciliano "justizia"?). Bisognerebbe distinguere quanto nell'ortografia ufficiale siciliana deriva da genuina tradizione locale, da rispettare in quanto tale, e quanto da "complessi" nei confronti della "lingua" per eccellenza, cioè l'italiano, da rivedere, ovviamente cum grano salis. Altrimenti finiremmo per scrivere "famigghia" e "cavaddu"  (o cavaddhu, se vogliamo distinguere il caratteristico suono siculo dalle normali "D" doppie come in "friddu") come i nostri avi del '300 (familia e cavallu), i quali sapevano benissimo come quei nessi si pronunciavano in siciliano e ignoravano del tutto l'italiano. E ignorare del tutto l'italiano mi pare cosa insana, dopo mezzo millennio di italianizzazione della Sicilia. Ma dico questo da assoluto profano e con la massima umiltà. Quando ci sarà una "accadèmia di la canigghia" (accademia della crusca, consentitemi la traduzione letterale), ci atterremo tutti alle sue indicazioni.

Quanto a Tony Troja, che certamente avrebbe dato gran lustro alla testata, deve essere successo qualche attrito terribile all'inizio dell'esperienza con gli altri della redazione. Non ne so nulla, ma sembra di intuirlo. E mi spiace molto, per la stima che ho di lui. Peccato davvero, spero che "facciano pace", ma è bene che l'esperienza vada comunque avanti, per il rispetto e il recupero di quella grande lingua regionale che è il siciliano.

Salutamu.

Massimo Costa

 Massimo, la stima è reciproca e immutata. Come immutata (e spero reciproca) è la stima che ho delle persone che compongono la redazione di Stupor Mundi. Mi sono permesso di criticare questo video, semplicemente perché quello che vedo e sento, tecnicamente, ancora non vale un granché, nonostante apprezzi gli sforzi di tutti. L'unica cosa ottima è la sigla che, non per niente, è stata creata da due professionisti e poi rimaneggiata nella parte video (cambiando solo i colori tanto per dire che era una "nuova sigla").

 

 Nessuna terribile esperienza, Massimo. Ho solo chiesto che si mantenesse un certo standard qualitativo che, ahimé, non è stato mantenuto, portando il TG ad avere commenti anche piuttosto critici; legittimi, visti i madornali errori commessi da Saverio, per non parlare, ripeto, della inesistente pronuncia della voce femminile fuori campo (ed è un peccato visto il meraviglioso timbro di voce). Errori che il prof.Genchi (stimato autore del TG) non vede o fa finta di non vedere. 

 Anche con la conduzione del sottoscritto erano sorti problemi di natura tecnica. Ma la pausa estiva serviva (dopo le due puntate iniziali, proprio a colmare determinate "lacune".

 

 Visto che, ancora oggi, dopo la pausa estiva, lo standard qualitativo è molto al di sotto delle aspettative tecniche, se nell'immediato futuro, dovessero essere sempre le stesse persone a leggere le notizie (Saverio e la voce femminile fuori campo), vi consiglio, vista l'immensa preparazione del prof.Genchi in materia di lingua siciliana, di studiare meglio la pronuncia e di fare molta attenzione ai piccoli dettagli che, chi lavora negli audiovisivi, nota.

 

 Non vorrei che queste mie parole fossero interpretate come un'offesa bensì come una critica da una persona che ha avuto, sin dall'inizio, le idee chiare su questo progetto e che non vuole (come tutti, del resto), assolutamente, che Stupor Mundi sia un prodotto scadente. 

 

Tony Troja

 

 

 

Anonimo 04 ottobre :44
L'utente ha risposto al commento anonimo del 04 ottobre 2011. Visualizza »

E' inutile postare scemenze.

Tutti saremmo contenti se i gallo-siculi volessero attuare iniziative a tutela della loro minoranza linguistica, anche di tipo mediatico, perché no? E così pure per gli arbereshe di Sicilia. Perché mai un TG in Siciliano sarebbe di nocumento a loro?

Ovviamente queste iniziative spettano innanzi tutto agli interessati.

 No. Va insegnato a suola! E la Gazzatta UIfficiale della Regionne Siciliana deve uscire anche in gallo-Siculo e arbereshe!

Anonimo 03 ottobre :10
L'utente ha risposto al commento anonimo del 03 ottobre 2011. Visualizza »

D'accordissimo.  Prima di tutto vorrei congratulare e ringraziare gli autori di questo progetto.  È davvero molto carino.  Allora non voglio essere critico o polemico ma senza dubbio ci sono degli errori ortografici.

 

1. È presente un sistema vocalico siciliano in cui le vocali toniche sono soltanto A, E, I, O, U.  La lingua siciliana rifiuta in modo assoluto la E e la O atone.  Secondo Salvatore Camilleri la e la O hanno una loro caratteristica tutta siciliana: quella di mutarsi, rispettivamente in I e in U, tutte le volte che perdono l'accento tonico, e quindi diventano atone. Per questa loro trasformazione ha creduto opportuno chiamarle vocali mobili.  Esempi: beddu > biddicchiu; testa > tistardu; sonnu > sunnuzzu.  Secondo Giuseppe Pitrè e Luigi Pirandello qualche volta la E e la O atone si mutano in A.  Esempi:  Abbreu, Auropa, acunumìa, agnunu, alettricu, alicottiru, anuri, Arasimu, Arricu, arruri, asempiu, asercitu, battarìa, canusciri, furasteri, mamoria, manzijornu, maravigghia, massarìa, Partuallu, raloggiu, sarcizziu, sarvaggiu, Vassìa, zuccaru.

      

2.  I gruppi consonantici latini NV-MB e ND si assimilano in MM e NN.  Esempi: cumminciri, cummattiri, (i)nnipinnenti. 

 

3.  Le consonanti latine seguite da L (BL, CL, FL, GL, PL, RL, SL, TL, VL) si mutano sempre.  Esempi: BL > biancu, jancu, vrancu, brunnu; CL > chiamari, chesa, cresia, crassicu; FL > frautu, fileccia o freccia, fioccu, ciuri o hjuri; GL > ghianna, ingrisi; PL > chiummu, acchianari, piaciri o praciri, praja o pilaja, prena; RL > Carruntini, Ferra, parramentu; TL > Atranti, attileta.     

 

4.  Avanti i suoni linguali (LT, LD, LS, LZ) la L si trasforma in U.  Esempi: autari, autru, caudu, fausu;  Altrimenti la L muta in R.  Esempi: barcuni, curcari, parma, Sarvaturi.  I latinismi, italianismi e neologismi si trasformano sempre in R.

 

A proposito del regolamento propongo i seguenti cambiamenti:
'ncontraru > ncuntraru 
Berlinu > Birrinu
vilucità > vilucitati
accuminciau > accuminzau 
clandestini > crannistini
sittembru > sittemmir
Europa > Auropa
capacità > capacitati
mantiniri > mantèniri 
sacrifici > sacrifizzi 
proposti > pruposti
soluzioni > suluzzioni 
neutrini > Niutrini 
risultati > risurtati 
diretta > diritta 
permèttiri > pirmèttiri
scienziati > sciinziati o scînziati
sperimenti > spirimenti
havi > avi 
teòrica > tiòrica
pussibilità > pussibbilitati
viaggiari > firriari
violazioni > viulazzioni
casualità > casualitati
ipòtesi > ipòtisi 
fantascentifichi > fantascintifichi
ultimi > urtimi
procura > prucura
Repubblica > Ripubbrica
inchiesta > nchesta
supra li > supra a li, supra ê
operazioni > upirazzioni
espulsioni > spursioni
alcuni > arcuni 
associazioni > assuciazzioni
presentaru > prisintaru 
espostu > spostu 
Autoritati > Auturitati
Naziunali > Nazziunali 
Cunsigghiu > Cunzigghiu
richiesta > richesta
membru > memmiru
in Italia > nni la Talia 
Guvernu > Cuvernu
depòsitu > dipòsitu
cunsintutu > cunzintutu 
libretta > libbritta
depositati > dipusitati
depositata > dipusitata
polemichi > pulemichi
Reggiuni > Riggiuni
L'Assessuri > L'Assissuri
l'economia > l'acunumìa
mpiegati > mpiati
reggiunali > riggiunali
persunali > pirsunali
Lumbardia > Lummardìa
'nveci > 'mmeci
cuntribuenti > cuntribbuenti
servizi > sirvizzi
ordinanza > urdinanza
suspensioni > suspinzioni
hannu > annu
costruzioni > custruzzioni
secunnu > sicunnu
scentifici > scintifici
elettromagnetichi > alittrumagnetichi
provocari > pruvucari
effetti > affetti
malformazioni > malifurmazzioni
fetali > fitali 
sterilitati > stirilitati
aborti > abborti
eccetra > accetra
cundannaru > cunnannaru
non > nun
aèreu > aèriu
ostaculatu > ustaculatu
indagini > mmistigazzioni
videmma > midemma (medesme)
negazioni > nigazzioni
secunnu > sicunnu
sentenza > sintenza
non > nun
scuppiò> scuppiau
aereu > ariupranu, apparecchiu
azioni > azzioni
contrulluri > cuntrulluri
comunicazioni > cumunicazzioni
soprattuttu > supratuttu
màrtiri > marti o martidìa
ritmica > rittimmata
qualificazioni > qualificazzioni
olimpica > ulimpica
consecutivu > cunzicutivu
ciclista > cicrista
sabatu > sabbatu
sittembru > sittemmiru
ciclismu > cicrìsimu
havi > avi
caratteristica > carattiristica
non > nun
Ottovru > Uttuviru
prodotti > pruduttu
locali > lucali
pretestu > pritestu
edizioni > adizzioni
eventu > aventu, abbinimentu
difficultati > difficurtati

 

Fermiamoci qui almeno per un pò.  Voglio precisare che il mio intento è solo costruttivo.  Ripeto che è una bella iniziativa e i miei consigli vogliono essere costruttivi e non di critica.  Complimenti - Cumprimenti!  

Intanto complimenti per l'iniziativa. Sono d'accordo con il commento che segnala gli errori ortografici. L'iniziativa del dott. Genchi è certamente lodevole, tuttavia risente di una tara iniziale. Non si può semplicemente recuperare la lingua letteraria e la sua ortografia (si pensi al problema delle o chiuse e o aperte italiane e agli equivoci che esse hanno generato fino alla cosiddetta rima siciliana), ma bisogna ripartire da questa per renderla funzionale a una moderna fruibilità e uso. In questo senso credo più produttiva la sfida di una ortografia standard che possa essere pronunciata dalle diverse zone dell'isola. Per capirci: in italiano comprenderemo sempre il romagnolo che ci dice "le fassie" invece delle "fascie", benchè sia chiaro come la ortografia corretta sia "sc". Ancora, in italiano diremo "roza" e "rosa", ma sappiamo che la ortografia corretta è "rosa". Ancora noi siciliani diremo "Roma" con una bella o aperta per cui verremo presi in giro, mentre a Roma la pronunceranno chiusa: eppre entrambi scriveremo Roma.

Sulle vocali atone credo abbia ragione l'anonimo commentatore. Al di là di testi, la tendenza del siciliano è quella di far salire le o atone in u e le e atone in un suono indistinto tendente a i. Un piccolo lèttu diventa un littinu. Se pronunciate la parola littinu e chiedete a un romano di scriverla, questi la scriverà probabilmente lettinu perchè assimilerà il suono indistinto i a una e chiusa italiana. Se chidete la stessa cosa a un calabrese questi la scriverà probabilmente i, perchè come noi siciliani conoscono solamente 5 vocali. Insomma non è così semplice. Il fenomeno è molto più chiaro nelle o che salgono praticamente sempre in u (vedi la coniugazione del verbo jucari, iu jòcu, ma vuatri jucàti), benchè in antichità venissero scritte talvolta o. Proprio nei vocabolari che il dott. Genchi cita si ritrova la stessa parola nella forma con o atona e nella forma con u, con preferenza per la prima, e definenedo spesso spesso la seconda forma (quella con u) come voce bassa, a dimostrazione di un movimento tendenziale del siciliano che trasforma le o atone in u e le e atone in i indistinte. Ancora la i atona non mobile, cioè non derivante da e accentata conosce la pronuncia i e la pronuncia u: miluni e muluni, firriari e furriari, sfirniciarisi e sfurniciarisi. etc...

Il punto è dunque trovare delle invarianti prima a livello vocalico poi a livello di gruppi vocalici, consonantico - vocalici, e consonantici e riuscire a scriverli in un modo che sia pronunciabile foneticamente da tutti. Se è vero che ogni parola va presa singolarmente, l'assenza di invarianti non consente la standardizzazione di una lingua. L'impresa è trovare le inviarianti. Probabilemnte non sarà possibile in toto, ma in buona parte sì. Ha ragione però il dott. Genchi quando dice che la cosa migliore è scrivere e parlare siciliano, unico viatico per una rinascita moderna.

Poichè è un argomento che mi interessa sarei felice di scambiare osservazioni con chiunque sia interessato.

Grazie e ancora complimenti.

Anonimo 03 ottobre :54
L'utente ha risposto al commento anonimo del 03 ottobre 2011. Visualizza »

Salviamo il gallo-italico dal bieco colonialismo culturale siciliano!

E' inutile postare scemenze.

Tutti saremmo contenti se i gallo-siculi volessero attuare iniziative a tutela della loro minoranza linguistica, anche di tipo mediatico, perché no? E così pure per gli arbereshe di Sicilia. Perché mai un TG in Siciliano sarebbe di nocumento a loro?

Ovviamente queste iniziative spettano innanzi tutto agli interessati.

Anonimo 03 ottobre :46
L'utente ha risposto al commento anonimo del 03 ottobre 2011. Visualizza »

Salviamo il gallo-italico dal bieco colonialismo culturale siciliano!

 ahahah...povero ingenuo.

Anonimo 03 ottobre :09
L'utente ha risposto al commento anonimo del 03 ottobre 2011. Visualizza »

e con gli alloglotti come la mettiamo?faremo pure un tiggi per le minoranze linguistiche di sicilia?

Salviamo il gallo-italico dal bieco colonialismo culturale siciliano!

Anonimo 03 ottobre :45

 Per non so quale ragione (magari un mio errore) nel precedente commento da me inserito non è comparso il verso di Stefano Protonotaro. Lo riporto qui:
Pir meu cori alligrari chi multu longiamenti... (Stefano Protonotaro, XIII sec.)

Approfitto per segnalare all'autore del commento precedente che le minoranze linguistiche di Sicilia (albanese e gallosicula) sono già tutelate per legge; altro che tiggì... 

Anonimo 03 ottobre :10

e con gli alloglotti come la mettiamo?faremo pure un tiggi per le minoranze linguistiche di sicilia?

Anonimo 03 ottobre :15
L'utente ha risposto al commento anonimo del 03 ottobre 2011. Visualizza »

D'accordissimo.  Prima di tutto vorrei congratulare e ringraziare gli autori di questo progetto.  È davvero molto carino.  Allora non voglio essere critico o polemico ma senza dubbio ci sono degli errori ortografici.

 

1. È presente un sistema vocalico siciliano in cui le vocali toniche sono soltanto A, E, I, O, U.  La lingua siciliana rifiuta in modo assoluto la E e la O atone.  Secondo Salvatore Camilleri la e la O hanno una loro caratteristica tutta siciliana: quella di mutarsi, rispettivamente in I e in U, tutte le volte che perdono l'accento tonico, e quindi diventano atone. Per questa loro trasformazione ha creduto opportuno chiamarle vocali mobili.  Esempi: beddu > biddicchiu; testa > tistardu; sonnu > sunnuzzu.  Secondo Giuseppe Pitrè e Luigi Pirandello qualche volta la E e la O atone si mutano in A.  Esempi:  Abbreu, Auropa, acunumìa, agnunu, alettricu, alicottiru, anuri, Arasimu, Arricu, arruri, asempiu, asercitu, battarìa, canusciri, furasteri, mamoria, manzijornu, maravigghia, massarìa, Partuallu, raloggiu, sarcizziu, sarvaggiu, Vassìa, zuccaru.

      

2.  I gruppi consonantici latini NV-MB e ND si assimilano in MM e NN.  Esempi: cumminciri, cummattiri, (i)nnipinnenti. 

 

3.  Le consonanti latine seguite da L (BL, CL, FL, GL, PL, RL, SL, TL, VL) si mutano sempre.  Esempi: BL > biancu, jancu, vrancu, brunnu; CL > chiamari, chesa, cresia, crassicu; FL > frautu, fileccia o freccia, fioccu, ciuri o hjuri; GL > ghianna, ingrisi; PL > chiummu, acchianari, piaciri o praciri, praja o pilaja, prena; RL > Carruntini, Ferra, parramentu; TL > Atranti, attileta.     

 

4.  Avanti i suoni linguali (LT, LD, LS, LZ) la L si trasforma in U.  Esempi: autari, autru, caudu, fausu;  Altrimenti la L muta in R.  Esempi: barcuni, curcari, parma, Sarvaturi.  I latinismi, italianismi e neologismi si trasformano sempre in R.

 

A proposito del regolamento propongo i seguenti cambiamenti:
'ncontraru > ncuntraru 
Berlinu > Birrinu
vilucità > vilucitati
accuminciau > accuminzau 
clandestini > crannistini
sittembru > sittemmir
Europa > Auropa
capacità > capacitati
mantiniri > mantèniri 
sacrifici > sacrifizzi 
proposti > pruposti
soluzioni > suluzzioni 
neutrini > Niutrini 
risultati > risurtati 
diretta > diritta 
permèttiri > pirmèttiri
scienziati > sciinziati o scînziati
sperimenti > spirimenti
havi > avi 
teòrica > tiòrica
pussibilità > pussibbilitati
viaggiari > firriari
violazioni > viulazzioni
casualità > casualitati
ipòtesi > ipòtisi 
fantascentifichi > fantascintifichi
ultimi > urtimi
procura > prucura
Repubblica > Ripubbrica
inchiesta > nchesta
supra li > supra a li, supra ê
operazioni > upirazzioni
espulsioni > spursioni
alcuni > arcuni 
associazioni > assuciazzioni
presentaru > prisintaru 
espostu > spostu 
Autoritati > Auturitati
Naziunali > Nazziunali 
Cunsigghiu > Cunzigghiu
richiesta > richesta
membru > memmiru
in Italia > nni la Talia 
Guvernu > Cuvernu
depòsitu > dipòsitu
cunsintutu > cunzintutu 
libretta > libbritta
depositati > dipusitati
depositata > dipusitata
polemichi > pulemichi
Reggiuni > Riggiuni
L'Assessuri > L'Assissuri
l'economia > l'acunumìa
mpiegati > mpiati
reggiunali > riggiunali
persunali > pirsunali
Lumbardia > Lummardìa
'nveci > 'mmeci
cuntribuenti > cuntribbuenti
servizi > sirvizzi
ordinanza > urdinanza
suspensioni > suspinzioni
hannu > annu
costruzioni > custruzzioni
secunnu > sicunnu
scentifici > scintifici
elettromagnetichi > alittrumagnetichi
provocari > pruvucari
effetti > affetti
malformazioni > malifurmazzioni
fetali > fitali 
sterilitati > stirilitati
aborti > abborti
eccetra > accetra
cundannaru > cunnannaru
non > nun
aèreu > aèriu
ostaculatu > ustaculatu
indagini > mmistigazzioni
videmma > midemma (medesme)
negazioni > nigazzioni
secunnu > sicunnu
sentenza > sintenza
non > nun
scuppiò> scuppiau
aereu > ariupranu, apparecchiu
azioni > azzioni
contrulluri > cuntrulluri
comunicazioni > cumunicazzioni
soprattuttu > supratuttu
màrtiri > marti o martidìa
ritmica > rittimmata
qualificazioni > qualificazzioni
olimpica > ulimpica
consecutivu > cunzicutivu
ciclista > cicrista
sabatu > sabbatu
sittembru > sittemmiru
ciclismu > cicrìsimu
havi > avi
caratteristica > carattiristica
non > nun
Ottovru > Uttuviru
prodotti > pruduttu
locali > lucali
pretestu > pritestu
edizioni > adizzioni
eventu > aventu, abbinimentu
difficultati > difficurtati

 

Fermiamoci qui almeno per un pò.  Voglio precisare che il mio intento è solo costruttivo.  Ripeto che è una bella iniziativa e i miei consigli vogliono essere costruttivi e non di critica.  Complimenti - Cumprimenti!  

Mi occupo dei testi in siciliano di Stupor Mundi e vorrei fare delle precisazioni linguistiche, non prima di ringraziare chi ha espresso un parere in merito, spinto da genuino interesse per la lingua siciliana e per questa iniziativa giornalistica.

Premetto che considero eccellente il lavoro della Wikipedia Siciliana. Pur tuttavia Stupor Mundi, come evidenziato nell'articolo, usa la lingua letteraria, al 90% coincidente con quella usata in Wikipedia ma con alcune differenze ben evidenziate in un commento precedente di Klone123.

Sottolineo che l'ortografia di tutti i vocaboli viene controllata sui dizionari del Pasqualino e del Mortillaro; le parole non vengono scritte a casaccio ma come sono scritte in tali dizionari. 
In particolare, vorrei fare alcune osservazioni:

 

1. Il presunto "rifiuto" del Siciliano delle E ed O atone non è attestato nella maggior parte della produzione letteraria di ogni epoca, e anche in quella contemporanea, e nei vocabolari sopra citati; basta andare su Google Libri e controllare tali dizionari. Anche a livello di siciliano parlato tale rifiuto non è presente in vastissime zone di Sicilia.
Trascrivo alcuni versi di importanti autori siciliani di qualsiasi epoca in cui sono presenti E ed O atone (che evidenzio in neretto sottolineato):

(Stefano Protonotaro, XIII sec.)
(...) si a mia chi su' sicilianu non mi convinissi... (Antonio Veneziano, XV sec.)
(...) ora lu cursu di l'eterei roti (...) ora di l'aurea età l'usi remoti... (Giovanni Meli, XVII sec.)
(...) taliànnula attentamenti... (Giuseppe Pitré, XIX sec.)
Persino il catanese Martoglio (XX sec.) (dico "persino il catanese" perché la mancanza di E ed O atone nel parlato sembra essere più attestato proprio in queste zone di Sicilia) apre il suo celebre "Centona" con questo titolo in cui è presente una E atona:
Dialugu tra l'auturi e lu so' libru, ad usu di prefazioni

 

2. Lo stesso dicasi per le trasformazioni di E iniziale atona in A (vedere, a parte i soiliti dizionari, anche la frase del Meli riportata sopra).

 

3. Per quanto riguarda l'esito di L+: B, C e G dure, F, M, P, V, in R, ciò è certamente attestato maggioritariamente nella lingua parlata mentre in quella scritta dipende da vocabolo a vocabolo (controllare i dizionari citati).

 

4. Stesso discorso vale per i nessi latini -ND- e -MB-. Nella lingua parlata, meno che nel messinese, mutano in -NN- e -MM- ma, nella lingua scritta, ciò non è sempre attestato, dipendendo da ogni vocabolo (anche per questo, si vedano i dizionari citati).

 

5. In Wikipedia tutte le Z, le B e le G (seguite da E o I) non iniziali ed intervocaliche vengono scritte doppie. Quindi "justizia" si scriverebbe "justizzia" determinando il paradosso di una grafia che non risponde né ai dettami della fonologia né a quelli dell'etimologia. Infatti, come qualcuno prima di me ha fatto osservare, il suono intervocalico della Z (come della G e della B) in Siciliano è sempre rafforzato; dunque, a livello fonologico, non ha alcun senso scrivere la consonante doppia. Neppure a livello etimologico, nel caso di "justizia" (dal latino justitia), l'uso della doppia Z è giustificato (come, invece, lo è - giustificato - a livello etimologico l'uso della doppia B per "sàbbatu" - dal latino sabbatum - scritto erroneamente in questa edizione, per una svista, con una sola B).

 

Invito tutti, infine, a riflettere su una cosa: da più parti, da tempo, si richiede una standardizzazione ufficiale della lingua siciliana da parte di un organismo o accademia preposti ufficialmente a ciò. Da queste discussioni e riflessioni nate "a causa" del settimanale "Stupor Mundi" pare evidente che iniziative come questa rendono sempre più necessaria tale esigenza. La maniera migliore, quindi, per giungere ad una standardizzazione della lingua siciliana sembra essere proprio quella di usarla quanto più in ogni contesto, anche al di fuori degli ambiti familiari. Ben venga ogni tipo di produzione letteraria, non solo poesia ma anche prosa, in Siciliano; e, soprattutto, ci si auspica che anche i mezzi di informazione siciliani (giornali e tv) possano dedicare almeno una parte della loro produzione in lingua siciliana. Ognuno faccia la sua parte. E tutto ciò non è ridicolo: è semplicemente quanto scritto nella Carta Europea delle Lingue Regionali o Minoritarie che i paesi Europei dovrebbero attuare (ed attuano; meno l'Italia, la Francia e la Russia); la principale finalità di ciò è non fare estinguere i vari patrimoni linguistici regionali e minoritari. Solo chi non è sensibile al patrimonio culturale dell'Umanità può non essere d'accordo con ciò (o chi ha un complesso di inferiorità e vede nel Siciliano la lingua degli ignoranti, non degna di essere tutelata).

Termino consigliando a tutti di iniziare a leggere opere in Siciliano. Su Google libri se ne trovano a bizzeffe. Se fossimo più abituati a leggere tali testi, avremmo molti meno dubbi su come scrivere in Siciliano.

Salutamu!

Fonso Genchi

Anonimo 03 ottobre :08

 non solo trovo l'idea interessante ma anche i contenuti di questo tg 

 

Anonimo 03 ottobre :45
L'utente ha risposto al commento anonimo del 03 ottobre 2011. Visualizza »

D'accordissimo.  Prima di tutto vorrei congratulare e ringraziare gli autori di questo progetto.  È davvero molto carino.  Allora non voglio essere critico o polemico ma senza dubbio ci sono degli errori ortografici.

 

1. È presente un sistema vocalico siciliano in cui le vocali toniche sono soltanto A, E, I, O, U.  La lingua siciliana rifiuta in modo assoluto la E e la O atone.  Secondo Salvatore Camilleri la e la O hanno una loro caratteristica tutta siciliana: quella di mutarsi, rispettivamente in I e in U, tutte le volte che perdono l'accento tonico, e quindi diventano atone. Per questa loro trasformazione ha creduto opportuno chiamarle vocali mobili.  Esempi: beddu > biddicchiu; testa > tistardu; sonnu > sunnuzzu.  Secondo Giuseppe Pitrè e Luigi Pirandello qualche volta la E e la O atone si mutano in A.  Esempi:  Abbreu, Auropa, acunumìa, agnunu, alettricu, alicottiru, anuri, Arasimu, Arricu, arruri, asempiu, asercitu, battarìa, canusciri, furasteri, mamoria, manzijornu, maravigghia, massarìa, Partuallu, raloggiu, sarcizziu, sarvaggiu, Vassìa, zuccaru.

      

2.  I gruppi consonantici latini NV-MB e ND si assimilano in MM e NN.  Esempi: cumminciri, cummattiri, (i)nnipinnenti. 

 

3.  Le consonanti latine seguite da L (BL, CL, FL, GL, PL, RL, SL, TL, VL) si mutano sempre.  Esempi: BL > biancu, jancu, vrancu, brunnu; CL > chiamari, chesa, cresia, crassicu; FL > frautu, fileccia o freccia, fioccu, ciuri o hjuri; GL > ghianna, ingrisi; PL > chiummu, acchianari, piaciri o praciri, praja o pilaja, prena; RL > Carruntini, Ferra, parramentu; TL > Atranti, attileta.     

 

4.  Avanti i suoni linguali (LT, LD, LS, LZ) la L si trasforma in U.  Esempi: autari, autru, caudu, fausu;  Altrimenti la L muta in R.  Esempi: barcuni, curcari, parma, Sarvaturi.  I latinismi, italianismi e neologismi si trasformano sempre in R.

 

A proposito del regolamento propongo i seguenti cambiamenti:
'ncontraru > ncuntraru 
Berlinu > Birrinu
vilucità > vilucitati
accuminciau > accuminzau 
clandestini > crannistini
sittembru > sittemmir
Europa > Auropa
capacità > capacitati
mantiniri > mantèniri 
sacrifici > sacrifizzi 
proposti > pruposti
soluzioni > suluzzioni 
neutrini > Niutrini 
risultati > risurtati 
diretta > diritta 
permèttiri > pirmèttiri
scienziati > sciinziati o scînziati
sperimenti > spirimenti
havi > avi 
teòrica > tiòrica
pussibilità > pussibbilitati
viaggiari > firriari
violazioni > viulazzioni
casualità > casualitati
ipòtesi > ipòtisi 
fantascentifichi > fantascintifichi
ultimi > urtimi
procura > prucura
Repubblica > Ripubbrica
inchiesta > nchesta
supra li > supra a li, supra ê
operazioni > upirazzioni
espulsioni > spursioni
alcuni > arcuni 
associazioni > assuciazzioni
presentaru > prisintaru 
espostu > spostu 
Autoritati > Auturitati
Naziunali > Nazziunali 
Cunsigghiu > Cunzigghiu
richiesta > richesta
membru > memmiru
in Italia > nni la Talia 
Guvernu > Cuvernu
depòsitu > dipòsitu
cunsintutu > cunzintutu 
libretta > libbritta
depositati > dipusitati
depositata > dipusitata
polemichi > pulemichi
Reggiuni > Riggiuni
L'Assessuri > L'Assissuri
l'economia > l'acunumìa
mpiegati > mpiati
reggiunali > riggiunali
persunali > pirsunali
Lumbardia > Lummardìa
'nveci > 'mmeci
cuntribuenti > cuntribbuenti
servizi > sirvizzi
ordinanza > urdinanza
suspensioni > suspinzioni
hannu > annu
costruzioni > custruzzioni
secunnu > sicunnu
scentifici > scintifici
elettromagnetichi > alittrumagnetichi
provocari > pruvucari
effetti > affetti
malformazioni > malifurmazzioni
fetali > fitali 
sterilitati > stirilitati
aborti > abborti
eccetra > accetra
cundannaru > cunnannaru
non > nun
aèreu > aèriu
ostaculatu > ustaculatu
indagini > mmistigazzioni
videmma > midemma (medesme)
negazioni > nigazzioni
secunnu > sicunnu
sentenza > sintenza
non > nun
scuppiò> scuppiau
aereu > ariupranu, apparecchiu
azioni > azzioni
contrulluri > cuntrulluri
comunicazioni > cumunicazzioni
soprattuttu > supratuttu
màrtiri > marti o martidìa
ritmica > rittimmata
qualificazioni > qualificazzioni
olimpica > ulimpica
consecutivu > cunzicutivu
ciclista > cicrista
sabatu > sabbatu
sittembru > sittemmiru
ciclismu > cicrìsimu
havi > avi
caratteristica > carattiristica
non > nun
Ottovru > Uttuviru
prodotti > pruduttu
locali > lucali
pretestu > pritestu
edizioni > adizzioni
eventu > aventu, abbinimentu
difficultati > difficurtati

 

Fermiamoci qui almeno per un pò.  Voglio precisare che il mio intento è solo costruttivo.  Ripeto che è una bella iniziativa e i miei consigli vogliono essere costruttivi e non di critica.  Complimenti - Cumprimenti!  

Quoto e straquoto. Anche se su pochissime parole del tuo elenco cambierei qualcosa QUESTO QUI è il siciliano adottato da scn.wiki ed il più corrispondente alla realtà.

 

Klone123

Anonimo 03 ottobre :59

 Ero già a conoscenza del canale Stupor Mundi su youtube, grande iniziativa!!!

 

In assenza di un Siciliano standardizzato i dubbi e le critiche sono naturali e necessarie.

Standardizziamo la lingua e leviamoci il (primo) pensiero.Poi si potrà diffondere nelle scuole e nella vita di tutti i giorni.

 

Chi parla di iniziativa comica, di pagliacciata....PIANTATELA!!

Significa non aver capito la propria storia e il contesto in cui si vive!

 

Salutamu!

 

ANTUDO!

 

 

Anonimo 03 ottobre :12

Complimenti per il bellissimo lavoro svolto,non vi nascondo che quando ho letto" LU' PRIMU TG 'N LINGUA SICILIANA"ho subito pensato ad un tg di bassa o media qualita',invece mi son dovuto ricredere.Dopo aver visto l'ultima puntata mi e' venuta la voglia di vederle tutte fin dalla prima ed ho notato l'impegno profuso dalla redazione dalla caratteristica costante che la qualita' migliorava di puntata in puntata con il susseguirsi delle puntate settimanali,infatti si e' passati  dalla prima puntata con un editing discreto all'ultima con un editing eccellente.Anche la scelta del conduttore mi e' parsa ottima sia per un discorso puramente estetico, ma sopratutto per la sua naturale e spontanea empatia che riesce a trasmettere immediatamente allo spettatore.Grazie anche a Sicilia Informazioni per avermi permesso la conoscenza di questa eccellenza giornalistica che sconoscevo e che mancava nel panorama della corretta informazione. Grazie.

Anonimo 03 ottobre :50

 Una inutile pagliacciata.

Anonimo 03 ottobre :32

 Ci vuliva. 

D.L.

Anonimo 03 ottobre :26
L'utente ha risposto al commento anonimo del 03 ottobre 2011. Visualizza »

Non mi pare proprio che sia quello della scn.wiki. Sono uno degli amministratori e noto tante differenze da quel tipo di siciliano: il locativo "n" apostrofato, le parole col prefisso italiano "in-" apostrofate, la mancanza di doppie (es. justizia), la "o" atona che dovrebbe diventare "u", ecc... A questo proposito mi propongo come revisore della scrittura. Sabbinirica.

 

Klone123

D'accordissimo.  Prima di tutto vorrei congratulare e ringraziare gli autori di questo progetto.  È davvero molto carino.  Allora non voglio essere critico o polemico ma senza dubbio ci sono degli errori ortografici.

 

1. È presente un sistema vocalico siciliano in cui le vocali toniche sono soltanto A, E, I, O, U.  La lingua siciliana rifiuta in modo assoluto la E e la O atone.  Secondo Salvatore Camilleri la e la O hanno una loro caratteristica tutta siciliana: quella di mutarsi, rispettivamente in I e in U, tutte le volte che perdono l'accento tonico, e quindi diventano atone. Per questa loro trasformazione ha creduto opportuno chiamarle vocali mobili.  Esempi: beddu > biddicchiu; testa > tistardu; sonnu > sunnuzzu.  Secondo Giuseppe Pitrè e Luigi Pirandello qualche volta la E e la O atone si mutano in A.  Esempi:  Abbreu, Auropa, acunumìa, agnunu, alettricu, alicottiru, anuri, Arasimu, Arricu, arruri, asempiu, asercitu, battarìa, canusciri, furasteri, mamoria, manzijornu, maravigghia, massarìa, Partuallu, raloggiu, sarcizziu, sarvaggiu, Vassìa, zuccaru.

      

2.  I gruppi consonantici latini NV-MB e ND si assimilano in MM e NN.  Esempi: cumminciri, cummattiri, (i)nnipinnenti. 

 

3.  Le consonanti latine seguite da L (BL, CL, FL, GL, PL, RL, SL, TL, VL) si mutano sempre.  Esempi: BL > biancu, jancu, vrancu, brunnu; CL > chiamari, chesa, cresia, crassicu; FL > frautu, fileccia o freccia, fioccu, ciuri o hjuri; GL > ghianna, ingrisi; PL > chiummu, acchianari, piaciri o praciri, praja o pilaja, prena; RL > Carruntini, Ferra, parramentu; TL > Atranti, attileta.     

 

4.  Avanti i suoni linguali (LT, LD, LS, LZ) la L si trasforma in U.  Esempi: autari, autru, caudu, fausu;  Altrimenti la L muta in R.  Esempi: barcuni, curcari, parma, Sarvaturi.  I latinismi, italianismi e neologismi si trasformano sempre in R.

 

A proposito del regolamento propongo i seguenti cambiamenti:
'ncontraru > ncuntraru 
Berlinu > Birrinu
vilucità > vilucitati
accuminciau > accuminzau 
clandestini > crannistini
sittembru > sittemmir
Europa > Auropa
capacità > capacitati
mantiniri > mantèniri 
sacrifici > sacrifizzi 
proposti > pruposti
soluzioni > suluzzioni 
neutrini > Niutrini 
risultati > risurtati 
diretta > diritta 
permèttiri > pirmèttiri
scienziati > sciinziati o scînziati
sperimenti > spirimenti
havi > avi 
teòrica > tiòrica
pussibilità > pussibbilitati
viaggiari > firriari
violazioni > viulazzioni
casualità > casualitati
ipòtesi > ipòtisi 
fantascentifichi > fantascintifichi
ultimi > urtimi
procura > prucura
Repubblica > Ripubbrica
inchiesta > nchesta
supra li > supra a li, supra ê
operazioni > upirazzioni
espulsioni > spursioni
alcuni > arcuni 
associazioni > assuciazzioni
presentaru > prisintaru 
espostu > spostu 
Autoritati > Auturitati
Naziunali > Nazziunali 
Cunsigghiu > Cunzigghiu
richiesta > richesta
membru > memmiru
in Italia > nni la Talia 
Guvernu > Cuvernu
depòsitu > dipòsitu
cunsintutu > cunzintutu 
libretta > libbritta
depositati > dipusitati
depositata > dipusitata
polemichi > pulemichi
Reggiuni > Riggiuni
L'Assessuri > L'Assissuri
l'economia > l'acunumìa
mpiegati > mpiati
reggiunali > riggiunali
persunali > pirsunali
Lumbardia > Lummardìa
'nveci > 'mmeci
cuntribuenti > cuntribbuenti
servizi > sirvizzi
ordinanza > urdinanza
suspensioni > suspinzioni
hannu > annu
costruzioni > custruzzioni
secunnu > sicunnu
scentifici > scintifici
elettromagnetichi > alittrumagnetichi
provocari > pruvucari
effetti > affetti
malformazioni > malifurmazzioni
fetali > fitali 
sterilitati > stirilitati
aborti > abborti
eccetra > accetra
cundannaru > cunnannaru
non > nun
aèreu > aèriu
ostaculatu > ustaculatu
indagini > mmistigazzioni
videmma > midemma (medesme)
negazioni > nigazzioni
secunnu > sicunnu
sentenza > sintenza
non > nun
scuppiò> scuppiau
aereu > ariupranu, apparecchiu
azioni > azzioni
contrulluri > cuntrulluri
comunicazioni > cumunicazzioni
soprattuttu > supratuttu
màrtiri > marti o martidìa
ritmica > rittimmata
qualificazioni > qualificazzioni
olimpica > ulimpica
consecutivu > cunzicutivu
ciclista > cicrista
sabatu > sabbatu
sittembru > sittemmiru
ciclismu > cicrìsimu
havi > avi
caratteristica > carattiristica
non > nun
Ottovru > Uttuviru
prodotti > pruduttu
locali > lucali
pretestu > pritestu
edizioni > adizzioni
eventu > aventu, abbinimentu
difficultati > difficurtati

 

Fermiamoci qui almeno per un pò.  Voglio precisare che il mio intento è solo costruttivo.  Ripeto che è una bella iniziativa e i miei consigli vogliono essere costruttivi e non di critica.  Complimenti - Cumprimenti!  

Anonimo 03 ottobre :33

Troppo comico, quasi meglio della litizzetto!! ah ah ah

 

Anonimo 03 ottobre :53

 FINALMENTE un Giornale che da spazio ad iniziative sicuramente positive per il popolo Siciliano ! Finalmente un Giornale che alimenta la cultura siciliana ! Grazie SiciliaInformazioni. Antonio 

Anonimo 03 ottobre :36

 Ma picchì Toni nun leggi chiù?  Avìa na cadenza chiù naturali e menu talianizzatu rispettu a st'autru.

Anonimo 03 ottobre :25
L'utente ha risposto al commento anonimo del 03 ottobre 2011. Visualizza »

 Il siciliano utilizzato è esattamente quello della Wikipedia siciliana. Il problema di fondo è che chi legge il TG in lingua siciliana NON legge in lingua siciliana ma dà una cadenza tipica del palermitano biascicato (e in alcuni casi strascicato). Stendendo un velo pietoso (ahimè) sull'inesistente pronuncia della voce femminile fuori campo.

 

Tony Troja (fondatore ed ex autore del Tg Stupor Mundi)

Cari Tony, Saverio e editori del sito SiciliaInformazioni.com: non vi conosco ma sento di dovervi ringraziare per aver messo a disposizione di tutti noi questo vostro dono di sicilanità!

Anonimo 03 ottobre :23
L'utente ha risposto al commento anonimo del 03 ottobre 2011. Visualizza »

 Il siciliano utilizzato è esattamente quello della Wikipedia siciliana. Il problema di fondo è che chi legge il TG in lingua siciliana NON legge in lingua siciliana ma dà una cadenza tipica del palermitano biascicato (e in alcuni casi strascicato). Stendendo un velo pietoso (ahimè) sull'inesistente pronuncia della voce femminile fuori campo.

 

Tony Troja (fondatore ed ex autore del Tg Stupor Mundi)

L'importante è cominciare!

Quando vado a Barcellona (in Spagna-Catalogna) mi viene la pelle d'oca ad immaginare anche sulla nostra amata isola il bilinguismo che tra l'altro ci è consentito dal 1946!!!

Anonimo 02 ottobre :48

Ci sono due tipi di critiche. Quelle costruttive, che si complimentano per l'iniziativa e danno suggerimenti per fare meglio. E quelle distruttive che o hanno in odio l'iniziativa o semplicemente vorrebbero che fosse al 100 % come dicono loro. Credo che queste seconde non siano neanche da prendere in considerazione.

Io credo che sia un'iniziativa lodevole ed interessante, anche se ovviamente perfettibile. In fondo non si era mai fatto. Normale che insorgano tante osservazioni. Credo che nel complesso, per essere fatto da non professionisti del giornalismo, sia fatto molto bene.

Su wikipedia sì o no... stiamo attenti. Ancora un'ortografia del tutto standard del siciliano non esiste. Wikipedia è fonte autorevole, ma su alcune varianti, gli amministratori potrebbero anche porre in questione se abbiano fatto le scelte migliori per il siciliano, magari restando delle proprie convinzioni ed argomentandole e consigliandole, anziché atteggiarsi a papi scomunicanti.

Credo che dietro le scelte di questo TG ci siano riflessioni molto intelligenti.

Su questo, magari anche su questo giornale, si potrebbe aprire un confronto.

E' vero che esiste una tradizione letteraria del siciliano relativamente uniforme. Ma, non essendo lingua ufficiale dai primi del '500, vi sono molte varianti ancora pienamente accettabili dello stesso. Ci sono anche nell'italiano. Pensiamo che c'è chi scrive à anziché ha per il verbo avere.... Figuriamoci se non devono esserci anche in siciliano, lingua ridotta a dialetto per motivi politici.

Personalmente sono perché il siciliano, pur rispettando  per quanto possibile la tradizione scritta, si dia un'ortografia razionale e non derivata "dialettalmente" dall'italiano, un po' come ha fatto l'italiano rispetto al latino.

Per me non è opportuno scrivere haju anziché aju, per la prima persona del verbo avere, giacché la "h" in italiano è stata mantenuta dal latino unicamente per distinguere il verbo "ho" dalla congiunzione "o", ciò che in siciliano è impossibile. Se l'italiano l'ha fatta cadere da "habbiamo" e "havete", come si scriveva nel '600, possiamo farlo pure noi (ànnu, a un certo punto, che è l'unica che resterebbe, si potrebbe scrivere con l'accento). E pure sono contrario a scrivere la negazione "né" con l'accento, perché in siciliano non si può assolutamente confondere, come in italiano, con la corrispondente particella pronominale "ne" che in siciliano e "ni" e quindi non dà assolutamente possibilità di confusione.  Oppure segnare inutili "raddoppi di consonanti", che hanno senso solo per guidare un lettore di lingua italiana, e quindi solo per scrivere un "dialetto", ma che in siciliano non potrebbero comunque avere altra pronuncia (perché "justizzia", cari amici di Wiki, come si potrebbe mai leggere in Siciliano "justizia"?). Bisognerebbe distinguere quanto nell'ortografia ufficiale siciliana deriva da genuina tradizione locale, da rispettare in quanto tale, e quanto da "complessi" nei confronti della "lingua" per eccellenza, cioè l'italiano, da rivedere, ovviamente cum grano salis. Altrimenti finiremmo per scrivere "famigghia" e "cavaddu"  (o cavaddhu, se vogliamo distinguere il caratteristico suono siculo dalle normali "D" doppie come in "friddu") come i nostri avi del '300 (familia e cavallu), i quali sapevano benissimo come quei nessi si pronunciavano in siciliano e ignoravano del tutto l'italiano. E ignorare del tutto l'italiano mi pare cosa insana, dopo mezzo millennio di italianizzazione della Sicilia. Ma dico questo da assoluto profano e con la massima umiltà. Quando ci sarà una "accadèmia di la canigghia" (accademia della crusca, consentitemi la traduzione letterale), ci atterremo tutti alle sue indicazioni.

Quanto a Tony Troja, che certamente avrebbe dato gran lustro alla testata, deve essere successo qualche attrito terribile all'inizio dell'esperienza con gli altri della redazione. Non ne so nulla, ma sembra di intuirlo. E mi spiace molto, per la stima che ho di lui. Peccato davvero, spero che "facciano pace", ma è bene che l'esperienza vada comunque avanti, per il rispetto e il recupero di quella grande lingua regionale che è il siciliano.

Salutamu.

Massimo Costa

Anonimo 02 ottobre :34

A me la pronuncia sembra buona anche quella femminile ma forse non sono proprio un "cultore" del dialetto siciliano, in ogni caso mi sembra superficiale criticare il tg solo per la pronuncia: sono abituato ad analizzare la sostanza delle cose e, anche se la pronuncia non sarà perfetta, apprezzo molto il tipo di informazione, più completa, a mio avviso, dei tg nazionali e più neutrale politicamente, vi seguirò con molta curiosità ed interesse!

 

Marco

Anonimo 02 ottobre :17

Ottima la realizzazione a livello tecnico. E' vero: lo speaker ha una cadenza marcatamente palermitana; ma molto meglio un telegiornale letto in non perfetto accento neutro siciliano che non un telegiornale in italiano letto con spiccato accento romanesco! La verità è che a certe cose ci abbiamo fatto l'abitudine e neppure le notiamo.

Anonimo 02 ottobre :01
L'utente ha risposto al commento anonimo del 02 ottobre 2011. Visualizza »

 Il siciliano utilizzato è esattamente quello della Wikipedia siciliana. Il problema di fondo è che chi legge il TG in lingua siciliana NON legge in lingua siciliana ma dà una cadenza tipica del palermitano biascicato (e in alcuni casi strascicato). Stendendo un velo pietoso (ahimè) sull'inesistente pronuncia della voce femminile fuori campo.

 

Tony Troja (fondatore ed ex autore del Tg Stupor Mundi)

Non mi pare proprio che sia quello della scn.wiki. Sono uno degli amministratori e noto tante differenze da quel tipo di siciliano: il locativo "n" apostrofato, le parole col prefisso italiano "in-" apostrofate, la mancanza di doppie (es. justizia), la "o" atona che dovrebbe diventare "u", ecc... A questo proposito mi propongo come revisore della scrittura. Sabbinirica.

 

Klone123

Anonimo 02 ottobre :50

Complimenti per la bellissima iniziativa! Siete molto professionali. Anche le televisioni private dovrebbero fare una cosa del genere. Vi seguirò ogni settimana con piacere. 

Anonimo 02 ottobre :27
L'utente ha risposto al commento anonimo del 02 ottobre 2011. Visualizza »

Il siciliano più corretto e al momento più utilizzato (sia su internet che a livello orale) è quello della wikipedia siciliana. Consiglio vivamente gli autori di Stupor Mundi di andarsi ad aggiornare.

 

Klone123

 Il siciliano utilizzato è esattamente quello della Wikipedia siciliana. Il problema di fondo è che chi legge il TG in lingua siciliana NON legge in lingua siciliana ma dà una cadenza tipica del palermitano biascicato (e in alcuni casi strascicato). Stendendo un velo pietoso (ahimè) sull'inesistente pronuncia della voce femminile fuori campo.

 

Tony Troja (fondatore ed ex autore del Tg Stupor Mundi)

Anonimo 02 ottobre :38

E' semplicemente ridicolo. A chi serve un TG in questa specie di lingua che il conduttore pronuncia. Non parla in siciliano, mi sembra un italiano storpiato con qualche influsso siciliano tipico degli orrendi doppiaggi dei film di mafia.

Fate cose più serie, pensate ai problemi concreti e non a queste stupidaggini.

Anonimo 02 ottobre :11

complimenti bellissima iniziativa vi seguo con passione.

 

w la lingua siciliana

 

gianluca

Anonimo 02 ottobre :58

Il siciliano più corretto e al momento più utilizzato (sia su internet che a livello orale) è quello della wikipedia siciliana. Consiglio vivamente gli autori di Stupor Mundi di andarsi ad aggiornare.

 

Klone123

Anonimo 01 ottobre :59

fondo mondiale internazionale? credo che sia monetario anche in siciliano.

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