Rifiuti, il ministro degli Interni scioglie tre comuni
campani per gravi inadempienze. E Palermo?

02 gennaio 2010 15:22
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La Protezione civile non ha attraversato lo Stretto. Se ci fosse stato il Ponte, sarebbe stata la stessa cosa, sarebbe rimasta in Continente perché il sottosegretario Bertolaso non ha posto nel mirino alcuna delle città siciliane sepolte dall’immondizia e largamente inadempienti nel servizio di rimozione dei rifiuti solidi urbani. Una forma di immunità? E chi lo sa. E’ possibile che Bertolaso attandesse dal Dipartimento siciliano della Protezione civile dei lumi o dai Prefetti dell’isola. Certo è che verso l’Isola la Protezione civile sui rifiuti non ha dato segni di vita.

 

Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha firmato i decreti di scioglimento delle amministrazioni comunali di tre comuni campani firmato dal Ministro dell’Interno Maroni per “inadempienze gravi nello smaltimento e gestione dei rifiuti”. Sono stati decapitati sindaco, giunta e consiglio di Maddaloni, Castel Volturno e Caslel di Principe, due amministrati dal centrosinistra e uno dal centrodestra.  La reazione degli amministratori è stata rabbiosa: invece che disinnescare le bombe ecologiche, protestano gli amministratori, si puniscono i rappresentanti degli enti locali democraticamente eletti, additandoli di fatto come responsabili dello sfascio. Insomma, non ci stanno, anche perché non c’è un rapporto chiaro di causa ed effetto fra il fumus mafioso, che avrebbe suggerito la punizione (senza che fosse specificato nel provvedimento) e l’attività amministrativa.

 

I tre comuni "puniti" sono, infatti, terreno di coltura e “patria” dei casalesi. La “grave inosservanza di specifici obblighi” segnalata dal Sottosegretario Bertolaso a suo tempo, causa dello scioglimento, riguarda tuttavia l’ambito della raccolta e il trasporto dei rifiuti. Non ci sarebbe stata efficienza, sollecitudine, buona gestione. Ma è solo l’inizio. Nel mirino ci sarebbero tanti altri comuni ugualmente inadempienti, già segnalati al ministero dell’Interno. E la cosa non fa piacere agli amministratori sotto indagine per la loro presunta cattiva amministrazione.

 

Sia come sia, è difficile comprenedere in base a quali criteri i tre comuni sono stati sciolti, visto che le gravi inadempienze nella raccolta e trasporto dei rifiuti sarebbero verificabili ovunque si provasse a mettere il naso. In Sicilia, per esempio, i comuni inadempienti sono decine, anche perché non hanno funzionato gli Ato, gli enti incaricati di questo servizio, che hanno in qualche modo reso “irresponsabili gli amministratori” ed aggravato l’inefficienza in modo esponenziale invece che risolvere il problema.

 

Non si può fare di tutta l’erba un fascio, ma i comuni con le carte in regola sono davvero pochi. In testa a tutti c’è Palermo, la capitale dell’Isola in perenne emergenza, dove la municipalizzata ha realizzato un record di spesa senza riuscire a servire la città. Conti in rosso, gestione dell’azienda devastata da errori degli amministratori, amministratori che investono nei Paesi arabi invece che nella raccolta dei rifiuti. Episodi di dominio pubblico che hanno provocato la protesta di categorie e forze sociali, oltre che di partiti e consiglieri comunali. Un caso limite, insomma. E cumuli d’immondizia depositati negli angoli della città a causa di stipendi non pagati e autocompattattori non funzionanti per mancanza di soldi da destinare alla manutenzione.

 

I cittadini di Palermo che apprendono dei provvedimenti drastici a carico dei tre comuni campani si chiedono legittimamente, perciò, quali siano le regole che lo Stato adotta per punire le inadempienze. La gravità delle inadempienze a Palermo è indiscutibile e non c’è certo bisogno delle relazioni dei Prefetti per riscontrarla. Invece che la Protezione civile siciliana sei mesi or sono circa, è intervenuto il ministro della Difesa La Russa che ha promesso al sindaco di Palermo un aiuto concreto con l’intervento dell’Esercito per presidiare le discariche. I conti in rosso e le inadempienze saranno pagati dai cittadini con l’aumento delle tasse locali consentito in deroga da un decreto del Presidente del Consiglio, Berlusconi.

 

In definitiva le gravi inadempienze del capoluogo dell’Isola sono state “condonate” e in qualche misura “premiate” dal governo, mentre altrove si è proceduto allo scioglimenti delle amministrazioni locali. Due pesi e due misure? Ci spiegheranno che le regole valgono per la Campania e non per la Sicilia, che le città entrate nel mirino degli Interni sono quelle dei camorristi, ma sarà improbo persuadere alcuno di questa doppiezza.

 

La raccolta dei rifiuti, lo smaltimento e il trasporto è il grande business del terzo millennio, insieme alla Sanità, in Sicilia e altrove. Non si possono usare misure diverse; se si decide, com’è auspicabile, di avere la mano pesante per “spazzare via” oltre che i rifiuti, coloro che per ragioni diverse, li fanno accumulare nelle città, non devono esserci aree protette.

 

E’ vero che sciogliendo le amministrazioni non si risolve il problema, ma non facendolo si evita di affrontarlo. La gestione del servizio è legata a scelte di grande interesse economico, come i termovalorizzatori, sui quali il Presidente della Regione, Raffaele Lombardo, ha manifestato serie perplessità e preoccupazioni perché – lo ha fatto intendere chiaramente – si tratta di un grosso affare sul quale si giocherebbero i destini politici di partiti. Si è perfino sospettato che l’emergenza palermitana nello smaltimento dei rifiuti, fosse uno strumento di pressione nei confronti della Regione chiamata a decidere sui ternovalorizzatori. Giusto come avvenne in Campania.

 

Maddaloni, Castel di Principe e Castel Volturno non valgono Palermo. In Sicilia la giunta retta da Diego Cammarata (Pdl) ha potuto contare sulla comprensione del governo invece che temere i rigori del ministro degli Interni e della Protezione civile.

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Anonimo 04 gennaio :07
L'utente ha risposto al commento di nessuno del 04 gennaio 2010. Visualizza »

Quando c'è di mezzo il codice penale lo Statuto speciale non impedisce proprio niente. Sono decine e decine i sindaci e i consigli comunali siciliani rimossi dal ministero dell'Interno. Se c'è qualcosa di "speciale" in questa vicenda la specialità si chiama Cammarata, Amia e i politici che stanno loro dietro.

Concordo e aggiungo. Il vero motivo del silenzio dello Stato è che Cammarata è fedelissimo lealista. Il vero motivo del silenzio della Regione è la debolezza politica di un Governo che ha paura di attaccare il fortino dei lealisti e dei democristiani perché non vuole essere tacciato di uso politico delle proprie prerogative ed ha altre priorità.

Nel frattempo i cittadini restano sommersi dall'immondizia.

Anonimo 04 gennaio :22

A causa del superamento dei livelli di sopportazione, in questa sottospecie di città, dal ci si asterrà da qualsiasi commento, tanto è inutile!

Forse meglio il silenzio, è più dignitoso!

Giusy

nessuno 04 gennaio :36
L'utente ha risposto al commento di giotornesi del 04 gennaio 2010. Visualizza »

Giusto per precisare

Lo Statuto impedisce che lo Stato possa intervenire e questa era la risposta alla domanda contenuta nell'articolo.

Il fatto che dovrebbe intervenire l'assesore regionale è la prova che la giurisdizione della protezione civile statale non comprende la Sicilia.

Non metto in discussione l'operato dell'assessore regionale, ne le eventuali motivazioni e dubbi.

Quando c'è di mezzo il codice penale lo Statuto speciale non impedisce proprio niente. Sono decine e decine i sindaci e i consigli comunali siciliani rimossi dal ministero dell'Interno. Se c'è qualcosa di "speciale" in questa vicenda la specialità si chiama Cammarata, Amia e i politici che stanno loro dietro.

Anonimo 03 gennaio :19

Ma la Tarsu và pagata con l'aumento già bocciato dal tar o no? e se è così perchè il signor ( tanto per dire ! ) Cammarata non ci restituisce in automatico il malloppo?

gd

giotornesi 03 gennaio :00
L'utente ha risposto al commento anonimo del 03 gennaio 2010. Visualizza »

Lo S.speciale non impedisce nulla: L'assessore competente avrebbe l'obbligo di intervenire al posto dello Stato. Perché non lo fa?

Giusto per precisare

Lo Statuto impedisce che lo Stato possa intervenire e questa era la risposta alla domanda contenuta nell'articolo.

Il fatto che dovrebbe intervenire l'assesore regionale è la prova che la giurisdizione della protezione civile statale non comprende la Sicilia.

Non metto in discussione l'operato dell'assessore regionale, ne le eventuali motivazioni e dubbi.

Anonimo 03 gennaio :31

 Non hanno il coraggio necessario. Ma almeno una parte dell'elettorato, la parte pensante, si farà sentire nelle prossime elezioni. Non tutti caschiamo con fasulle promesse clientelare o di posti di lavoro promessi, etc.. Come i ragazzi di addiopizzo, ci sarà la Palermo sana che si farà sentire. Politici attenti.

Anonimo 03 gennaio :03

Ma ormai è palese che il dott. Bertolaso,futuro candidato alle prossime elezioni regionali nelle fila del Pdl,non può disturbre l'operato del sindaco Cammarata,ne va dell'onore del sindaco che così bene segue fedelmente il capo del governo.

 

Anonimo 03 gennaio :25

Intanto, l'assessore competente, la dottoressa Caterina Chinnici ha già inviato i propri ispettori al Comune di Palermo. E, poi, a prescindere dal particolare che Palermo, in quanto a mafia, non ha nulla da invidiare ai comuni per i quali è intervenuto il provvedimento del ministro Maroni, perché non dire che qui la crisi della "munnizza" è artificiale. E non sono le "famiglie", alias i clan, a provocarla, ma gode dell'imprimatur di alcune forze politiche che sperano di forzare la mano al presidente della Regione e ottenere, così, la costruzione dei megainceneritori previsti dal Piano rifiuti di Totò Cuffaro, dal modico costo di nove miliardi di euro.   

Anonimo 03 gennaio :52

Lo S.speciale non impedisce nulla: L'assessore competente avrebbe l'obbligo di intervenire al posto dello Stato. Perché non lo fa?

giotornesi 03 gennaio :18

Lo Statuto Speciale

Condivido le critiche e la necessità di parità di trattamento, ma credo che in Sicilia lo Statuto speciale crei una barriera giurisdizionale che impedicse l'intervento della Protezione Civile nazionale, se non "invitata" dal Governatore protempore.

Per molti versi siamo in una specie di repubblica nella Repubblica, anche se spesso sembra di essere nella repubblica dei fichi d'india.

Anonimo 02 gennaio :12

beh si deve pur capire che qui si sta parlando di Palermo! dategli pure un pò di tempo...per archiviare!!!

 

Anonimo 02 gennaio :08

Si tratta di quella "comprensione" che significa connivenza, complicità e correità.

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