I cognomi come brand: Bandiera, Zitelli, Brancati, Fabiano

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BANDIERA

(come Edy Bandiera, assessore regionale all’agricoltura)

L’origine del cognome Bandiera è ascrivibile al vocabolo “bandiera”, drappo di stoffa o altro materiale adatto, spesso sventolato da un’asta rigida, usato simbolicamente per identificazione o per segnalazioni: il termine può descrivere coloro che abitavano il luogo delle bandiere o che portavano la bandiera. Il cognome ha origine in Veneto (nelle zone di Treviso, Padova, Venezia), in Emilia-Romagna (bolognese, ferrarese, modenese), in Sicilia; è diffuso inoltre in tante altre regioni italiane, Lombardia, Lazio, Piemonte, Toscana, Friuli Venezia-Giulia, Liguria e, nel meridione, Puglia, Calabria, ecc.). In Sicilia, con poche famiglie, è sparso qua e là in tutte le province, in particolare nel siracusano (Siracusa, Augusta, Floridia, Noto, Lentini), nel trapanese (Castelvetrano, Trapani, Valderice), nell’agrigentino (Favara, San Giovanni Gemini, Agrigento), nel messinese (Messina, Patti, Montagnareale), nel palermitano (Palermo, Villalba, Trappeto).

Riferimenti storici e personaggi. Una famiglia Bandiera fu potente in Lombardia diramandosi in Friuli e in Messina nel secolo XVII. Un ramo di essa fu nobile nel Consiglio di Portogruaro ed ebbe dimora a Venezia e ufficiali nell’esercito della Repubblica Veneta. I fratelli ATTILIO (Venezia 24/5/1810) ed EMILIO BANDIERA (20/6/1819), furono giustiziati per fucilazione dal governo borbonico nei pressi di Cosenza il 25/7/1844, dopo un fallito tentativo di sollevare le popolazioni locali del Regno delle Due Sicilie contro Ferdinando II. Provenivano dal Trentino, erano figli del barone Francesco Giulio Bandiera, ammiraglio della Marina austriaca ed essi stessi ufficiali nella Marina da guerra dell’Austria. Diventati patrioti italiani, seguirono le idee mazziniane e fondarono una società segreta, l’Esperia. EDGARDO EDY BANDIERA (Siracusa 8/1/1974), assessore regionale all’agricoltura, allo sviluppo rurale e alla pesca mediterranea. Nella precedente XVI legislatura regionale, eletto nella lista UDC e iscritto al Gruppo Forza Italia, è stato deputato supplente in vari periodi, in sostituzione temporanea dell’onorevole Giuseppe Sorbello, sospeso dalle funzioni ai sensi dell’art.8 del decreto legislativo n.235 del 2012 (Legge Severino). Laurea in scienze agrarie, dottore agronomo, Edy Bandiera è il primo firmatario del disegno di legge “interventi urgenti di tutela, sostegno e promozione per il comparto agroalimentare e zootecnico siciliano”, che prevede, fra l’altro, la regolamentazione siciliana degli accordi o patti di filiera; è stato presidente del consiglio comunale della sua città natale. DARIO BANDIERA (Siracusa 9/2/1970), attore, showman, imitatore, . Animatore negli anni Novanta in diversi villaggi Valtur, conobbe il successo nel 2003 grazie a Maurizio Costanzo che lo volle nel suo show ospite fisso una volta alla settimana, e dove lui ballava, cantava, imitava voci e rumori. Abbandonata la TV, da qualche anno si era dedicato completamente alla carriera di attore prendendo parte a diversi film comici. Nella edizione del 2017 di “Tale e quale show” su RaiUno, condotta da Carlo Conti, ha sostituito, dalla quarta puntata, Donatella Rettore, costretta a lasciare la trasmissione del venerdì per motivi di salute.

 

ZITELLI

(come Giuseppe Zitelli, neo deputato all’ARS per “Diventerà Bellissima”.

Zitelli è una delle varianti di Zito (Zita, Zitella, Zitello): cognomi tutti che derivano, direttamente o tramite ipocoristici, da soprannomi dialettali meridionali originati da Zito, Zitë, o Zitu (femm. Zita) – “ragazzo, fidanzato, sposo” e “ragazza, fidanzata, sposina” ( o anche “celibe”, cioè “scapolo”, o “nubile”, “zitello” o “zitella”), che corrisponde alla voce toscana “citto” o “citta”. Zitelli ha ceppi nel Lazio (a Roma e a Rocca di Papa), in Campania (nel casertano, a Recale, Caserta e San Marco Evangelista), in Sicilia, nel catanese (Catania, Santa Maria di Licodia, Misterbianco, San Giovanni La Punta, Gravina di Catania, ecc.), nell’ennese (Troina, Regalbuto, Nicosia, Piazza Armerina), nel siracusano (Carlentini, Rosolini, Priolo Gargallo, Siracusa), nel trapanese (Pantelleria). Famiglie Zitelli si trovano inoltre in Lombardia, Marche, Toscana, Abruzzo, Emilia-Romagna, Veneto, ecc.

Riferimenti storici e personaggi. Il nome Zito era già comune in documenti pugliesi del XII e XIII secolo; nel Duecento visse Santa Zita (1218/1278), devota cristiana patrona di Lucca. GIUSEPPE ZITELLI (Belpasso 3/11/1978), neo deputato regionale eletto il 5 novembre scorso nella lista “Nello Musumeci- Diventerà Bellissima per la Sicilia”, iscritto al gruppo “Diventerà Bellissima”: dal 27 dicembre è componente della Commissione III – Attività produttive e componente della Commissione Esame delle attività dell’Unione Europea. Conseguita la laurea in Scienze politiche, nel 2007 Giuseppe Zitelli entrò a far parte del Comitato Esecutivo del Parco dell’Etna, nel 2008 venne eletto consigliere provinciale di Catania i quota centrodestra. Fra il 2010 e il 2011 si spese molto come componente del Comitato per l’autonomia dal Comune di Belpasso della frazione di Piano Tavola, suo luogo di residenza. Poi il CGA (Consiglio di Giustizia Amministrativa) stoppò l’iniziativa e Zitelli venne eletto , era il 2013, consigliere comunale di Belpasso, assessore e vicesindaco. BASIL JOHN ZITELLI (Pittsburgh, Pennsylvania 21/6/1946), medico, educatore e autore americano, professore di pediatria all’università di Pittsburgh School of Medicine. DAVID ZITELLI (Mont-Saint-Martin 30/10/1968), allenatore di calcio ed ex calciatore francese di ruolo attaccante.

BRANCATI

(come Vitaliano Brancati scrittore, sceneggiatore, drammaturgo, saggista).

Brancati (varianti Brancato, Brancazi, Brancazio) dovrebbe derivare dal nome tardo latino “Brancatius”, che discende dal nome bizantino “Pancrazio” che, a sua volta, proviene dal greco antico Πανκρατιος (Pankratios), composto da παν = tutto e κρατος = potere: il suo significato è quello di “tutto il potere”, “molto potente”, “onnipotente”. Alcuni danno Brancati proveniente dalla voce tardo-latino “bracato” che nell’Alto Medioevo indicava un tipo di soldato portante brache di cotta e armato di alabarda. Brancati ha ceppi in Calabria (nel reggino, nel catanzarese, nel cosentino), in Campania (nel napoletano), in Sicilia: nel siracusano (Siracusa, Avola, Pachino, Noto, Rosolini, Lentini), nel messinese (Messina, Capo d’Orlando, Milano, Capri Leone, Naso), nel ragusano (Ispica, Vittoria, Scicli, Ragusa), nel catanese (Gravina di Catania, San Gregorio di Catania, Fiumefreddo di Sicilia, Acireale), nel palermitano (Palermo, Caccamo, Carini). E’ diffuso, inoltre, in quasi tutte le altre regioni italiane, Lazio, Lombardia, Basilicata, Piemonte, Liguria, ecc.

Riferimenti storici e personaggi. Presente storicamente in Calabria e in Sicilia, il cognome Brancati sembra avere le sue più antiche attestazioni proprio nella zona del Ducato di Amalfi: dei “Brancatulo”, che avevano proprietà terriere ad Agerola, sono segnalati in due documenti del 1054 e del 1085; due documenti del 1389 segnalano poi un “magister Constantio Brachato”, figlio di “Musci Brachati”, possessore di terreni ad Agerola e residente nella limitrofa Furore. Negli ultimi anni del 1400, tale “Francisci Brancatii” risulta come governatore delle “Capitanee” e delle “Castellanie” di Castellammare di Stabia e, pochi decenni dopo, l’agerolese “Antonio Brachato” è menzionato in un documento del notaio Nicola Francese in Amalfi (in //agerola.wordpress.com). VITALIANO BRANCATI (Pachino 24/7/1907 – Torino 25/9/1954), scrittore, sceneggiatore, drammaturgo, saggista. A 13 anni si trasferì a Catania, tappa fondamentale per la sua formazione culturale e umana. Nel 1922 aderì al fascismo, nel 1929 si laureò in lettere; subito dopo si trasferì a Roma dove iniziò a scrivere come giornalista e dove iniziò ad accostarsi ad una forma di scrittura a lui più congeniale, il romanzo. Rifiutata la giovanile adesione al fascismo, dopo la Seconda Guerra mondiale si fece sostenitore di un liberalismo radicale e denunciò, nelle sue opere, l’intolleranza e il dilagante disprezzo per la cultura. La sua produzione letteraria comprende racconti, come “Il vecchio con gli stivali” (1945) e romanzi come “L’amico del vincitore” (1932); “Gli anni perduti” (1941); “Don Giovanni in Sicilia” (1941); “Il Bell’Antonio” (1949); “Paolo il caldo” (1955, postumo). La narrativa di Brancati, che ha ispirato anche opere cinematografiche, è dominata dalle manie e dalle distorsioni del maschio siciliano, passivo e preda di fantasie erotiche, vittima dell’ambiente sociale, la piccola e media borghesia. Vitaliano Brancati, che si era dedicato anche all’insegnamento fino al 1941, lavorò anche per il cinema e per il teatro. GIOVANNI BRANCATI (Policastro 1440 ? – 1481 ?), umanista e cortigiano, traduttore di Vegezio. Esponente poco noto del circolo letterario e umanistico, fiorito nel Regno di Napoli, che gravitava intorno alla figura di Don Ferrante d’Aragona.

FABIANO

(come Giuseppe Fabiano, pittore, caricaturista, scrittore, giornalista)

Fabiano, variante di Fabi insieme a Fabio, Fabbi, Fabiani, Fabbiani, Fabbiano, Fabian, Fabbian, ecc., avrebbe, secondo E. De Felice, alla base i nomi Fàbio e Fabiano, ripresi, con la riacquisizione della classicità, nel Rinascimento, dall’antico nomen latino Fabius e dal cognomen da esso derivato Fabianus, diventati nomi personali nell’età imperiale. Fabius, se non è di origine etrusca, potrebbe derivare, come originario soprannome, da “faba” (fava), così come Cicero da “cicer” (cece) e Lentulus da “lens” (lenticchia). Più semplicemente, inoltre, Fabiano e le sue varianti potrebbero derivare dal cognomen latino Fabianus, attribuito normalmente ai liberti o ai clientes della Gens Fabia. Fabiano è tipico del sud peninsulare, Calabria (zone Catanzaro, Crotone, Cosenza), Puglia (Barletta, Andria, Trani, foggia, Bari), Campania (Napoli, Avellino, Salerno), Lazio, Sicilia, Basilicata, ma è diffuso anche nelle rimanenti regioni italiane (Lombardia, Liguria, Piemonte, Toscana, Veneto, Emilia-Romagna, Abruzzo, ecc.). In Sicilia famiglie Fabiano sono attestate soprattutto nel catanese (Catania, Aci Sant’Antonio, Mascalucia, Aci Catena, ecc.), nel siracusano (Siracusa, Augusta, Lentini, ecc.), nel messinese (Messina, Sant’Alessio Siculo, Cesarò, Lipari, ecc.), nel palermitano (Palermo, Piana degli Albanesi).

Riferimenti storici e personaggi. GIUSEPPE FABIANO (Trani 7/4/1883 – Padova 17/4/1962), pittore, caricaturista, scrittore, giornalista. Visse dapprima fra Venezia e Treviso, poi fu a Milano dove si legò di stretta amicizia con V. Valeri, e, sotto l’influenza dell’amico, maturò il suo orientamento verso la caricatura e l’illustrazione. Nel 1911 si trasferì a Parigi dove rimase fino allo scoppio della I Guerra mondiale: caricaturista già formato, più orientato alla caratterizzazione che alla deformazione, aggiornò la sua cultura a livello internazionale e si avvicinò ai migliori fra i disegnatori, illustratori e caricaturisti. Ritornato a Treviso, nell’immediato dopoguerra collaborò a varie riviste cinematografiche, teatrali, letterarie. Si recò a Roma dove espose in una personale da Bragaglia e dove stabilì rapporti personali con artisti come C. Socrate, A. Trombadori, N. Bertoletti, L. Cecchi Pieraccini; diventò redattore artistico del “Il Mondo” e si iscrisse all’albo dei giornalisti. Visse poi fra Lecco e Milano dove si inserì nell’ambiente dell’editoria e dell’arte e allestì mostre personali. Nel 1926 si stabilì a Treviso dove sposò Paola Carrari da cui ebbe due figli, Fabio e Fausto (morto per complicazioni polmonari): la moglie e il figlio diventano in seguito i soggetti preferiti dei ritratti di Fabiano. Dal 1936 si trasferì a Padova per seguire il lavoro della moglie: qui trovò difficoltà ad inserirsi e condusse una vita ritirata: rinunciò ad esporre ma proseguì un’incessante attività come illustratore di libri. Morì a Padova nel 1962. GIOVANNI FABIANO (21/11/1971), editore, scrittore. Appassionato di musica, ha lavorato per radio Kiss Kiss Italia, per Radio Italia anni ’60 e ha scritto per importanti giornali e riviste sia nel campo della cronaca che in quello della musica. Ha fondato una casa editrice la David and Matthaus con l’obiettivo di valorizzare opere di ottima qualità e scrittori capaci. Recentemente è stato nominato responsabile del Festival Letterario Cinema&Libri, evento inserito nella famosa kermesse romana “L’Isola del Cinema”; è consulente editoriale per alcune trasmissioni televisive. CARLO FABIANO (Cosenza 27/4/1989), attore e regista teatrale; laureato in lettere nel corso di laurea DAMS dell’Università Roma Tre, lavora in teatro, cinema e televisione: ha esordito come attore nel cinema nel ruolo di co-protagonista accanto a Gigi Proietti nel film “La vita è una cosa meravigliosa, di Carlo Vanzina (2010).

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